Murasaki no Bara no Yume  - Glass no Kamen  * Il Grande Sogno di Maya * Anime, Manga, Drama, World e Fanwork

A Scarlet Rose (II Version)

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LauraHeller
icon12  view post Posted on 20/4/2010, 16:11 by: LauraHeller
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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A Scarlet Rose

- Masumi’ s Diary-

di Laura Heller

(fanfiction ispirata a Garasu No Kamen di Suzue Miuchi)



27 dicembre
Sirio, sei tu?
Guardando dalla finestra di questo enorme palazzo immerso nelle luci della città non riesco a capire se quella stella dalla luce verdeazzurra sei tu.
Ogni oggetto appare lattiginoso, poco nitido. E, in questa nebbia, mi sembra di non vedere più neanche me stesso.
Sono le otto e mezza.
Coichiro mi ha invitato per un drink al bar del Teatro, ma io avrei preferito una bevuta al chiosco di Shibuya, quello che dà sul parco nord, dove il gestore, talvolta, serve il sakè avanzato agli ubriaconi e le passeggiatrici si offrono generosamente.
Ma questo “non sta bene”, perché io sono il delfino, l’uomo che – presto, prestissimo – riporterà sulle scene il più grande spettacolo teatrale mai scritto e prodotto.
Sono Masumi Hayami e oggi, stancamente, compio ventiquattro anni.
In apparenza, ho dalla mia la gioventù, la bellezza, il talento.
Ma di tutto ciò non mi importa molto.
Per me, vivere è produrre.
Se produco, acquisisco un senso, altrimenti dormo o cerco una donna per riscoprirmi maschio.
Da circa un mese, l’attrice del momento è piazzata nel mio letto: avrei preferito una puttana di Shibuya, una che di me non sa nulla e non mi cerca per ottenere scritture.
Chiamerò Coichiro.
Gli dirò che non vado.
Poi uscirò dal retro per evitare l’attrice.
Se faccio ancora sesso con lei, finirò per vomitare.

2 gennaio
Sono stato al Teatro Daito per assistere alla prima de La Signora delle Camelie, con la signora Utako come protagonista.
Per la prima volta in vita mia ho invidiato un uomo: il regista Himekawa ha, al suo fianco, una creatura “perfetta”: bellissima, sensibile, colta e ricca di suo.
Il che non guasta mai.
Penso che dovrei iniziare a pensare di fidanzarmi seriamente con qualcuna: una donna che possa essere utile alla società e alla carriera, ma temo che – escludendo la ricchezza - dovrò rinunciare a qualcuna delle doti sopra elencate.

Che nausea mi danno questi pensieri!
In cosa differisci, Masumi, da quell’attricetta che ti porti a letto?
E da quando in qua ti poni quesiti di natura etica?
Il fatto è che oggi mi è accaduto un fatto “banale”, ma strano.
Dovendo scegliere una cravatta da abbinare al vestito per la prima, ne ho tirata fuori una nera con rose scarlatte dipinte a mano.
Un accessorio davvero pacchiano per un figurino d’alta sartoria come me!
Ancora mi chiedo come possa essere finita una cosa del genere nel mio cassetto.
L’avrò comprata mentre ero ubriaco o, forse, l’avrà lasciata qui l’ultima passeggiatrice che, sul più bello, si è rivelata essere un passeggiatore…
In ogni caso, ho pensato di rendermi ridicolo e di indossarla, con l’assurdo, costante pensiero di incontrare davvero la donna dei miei sogni: la mia dèa scarlatta!
Invece, eccomi qui.
Sono le dieci di sera, lo spettacolo è terminato e l’unica persona di sesso femminile che ho visto è stata una ragazzina senza forme di dodici-tredici anni, che cercava un posto in platea.
Prendendola per le spalle, mi sono accorto che la sua altezza era davvero esigua. Indossava una sciarpetta di lana grezza su un vestitino da pochi soldi ed era sola.
Davvero una bella dèa, Masumi Hayami!
Ma che ti prende?
Ora ti ricordi persino cosa indossava una bambina delle elementari?
Sei davvero a un passo dalla follia se pensi che mandare la tua attricetta a scuola di moda da quella ragazzina non sarebbe poi una cattiva idea.

3 gennaio
Sono nervoso.
Ogni volta che mi sembra di essere prossimo a La dèa scarlatta, me ne allontano drammaticamente.
Questa faccenda è come uno snervante elastico.
Devo tallonare la signora in nero e farmi cedere i diritti di rappresentazione quanto prima.
Non mi importa di chi sarà l’attrice che interpreterà Akoya.
E’ la Daito - ed io - a dover brillare, in questo merchandising.
Chigusa Tsukikage è davvero una ingenua se pensa che sia più cedevole di mio padre.
Diavolo d’una donna!
Che tu possa andare all’inferno al più presto!
Tu e le tue becere teorie sulle mille maschere e la genialità!
Hai adescato un’altra ragazza.
E’ poco più che una bambina e dovrà subire le tue sadiche torture fino a che non raggiungerà l‘età giusta per interpretare il tuo dramma d‘amore.
Dici che le è bastato vedere La Signora delle Camelie una sola volta per impararne a memoria tutto il copione! Dici che seguirai tu, personalmente.
A quante altre hai offerto una borsa di studio, vecchia malefica?!
E questa ragazzina non è che una cosetta inutile con una sciarpa di lana grezza su un vestitino da pochi soldi…

Ma!
E’ lei?!
La spettatrice solitaria di ieri?!
Ne ho riconosciuto l’abito.
E poi ho messo a fuoco il suo viso: ordinario, quieto come acqua di fonte, forse un po’ scarno.
Sembra tutta occhi.
Sono enormi e azzurri ed io credo di averli visti già prima di incontrarla, ma non so dove.
Onodera ha sminuito come solo lui sa fare la sua interpretazione acerba.
Non so perché, ma ho provato fastidio e, paradossalmente, mi son messo a giustificare la sensei.
Il mio cervello è andato in pappa.
Dovrei chiamare Coichiro, trovarmi una distrazione.
Tutto fuorché l’attrice del momento. La mia nausea ha raggiunto i livelli di guardia.

4 gennaio
Sono arrivato alla sede della compagnia Ondine nel primo pomeriggio.
L’ho vista di nuovo!
Lei.
La candidata a La dèa scarlatta.
Si sollevava sulle punte dei piedi da una cassetta di legno marcio per spiare le prove in “Sala Mimo”.
I cani del custode erano inspiegabilmente liberi – lo licenzierò, quell’idiota! – e le sono andati addosso.
Ho avuto un attimo di panico, prima di scagliarmi contro quelle bestie per difenderla.
In fondo, mi sono ripetuto ironicamente, è l’unica candidata al capolavoro scomparso!
Mentre riducevo a brandelli la giacca di seta per cacciare i cani, è arrivato ad aiutarmi uno dei giovani attori di punta della Daito, quel Yuu Sakurakoji che tutti ritengono sicura promessa del teatro nipponico.
Conosce la ragazza - che pare si chiami Maya Kitajima - e sembrano in confidenza.
Non so perché,ma questo fatto mi immalinconisce sottilmente.
E’, forse, il ricordo della mia adolescenza senza sorriso che, confrontata alla loro, così piena di vita e di passione, mi appare triste, contraddistinto da quel senso dell‘attesa che adesso - inspiegabilmente - mi pare terminato.
Perché?
Non capisco perché, a distanza di ore, non riesco ancora a togliermi questa camicia macchiata di dosso.
E’ il sangue di quella ragazzina, che si è ferita cadendo dalla cassetta.
E mi ha lasciato in dono questa macchia scura, che, a ben vedere, sembra proprio una rosa scarlatta.
Proprio un bel regalo per Masumi Hayami, impegnato superdirigente della Daito Art Productions.
Cos’è questa strana sensazione all’altezza del cuore?
Sembra quasi che il sangue di Maya Kitajima bruci sulla mia pelle.

5 gennaio
Dopo una visita a casa Himekawa, sono stato raggiunto da una pessima notizia: la signora in nero ha trovato il denaro necessario per aprire il suo laboratorio teatrale.
“Lei” - Maya - sarà lì, piccola e insignificante, a imparare recitazione e tutto ciò che farà di lei l’artista di domani.
Perché la sto disprezzando?
Comincia ad infastidirmi.
Mi ha infastidito davvero il fatto che, mentre la signora Utako parlava del suo sogno di recitare la parte di Akoya, io non ho fatto altro che pensare a lei, a quella Maya Kitajima, che si era quasi strappata le unghie per assistere ad una stupidissima lezione di mimo.

6 gennaio
Eccomi qui.
Sono il delfino dell’alta finanza e l’erede unico dell’impero di Eysuke Hayami.
I miei dèi sono il lavoro, il profitto, il potere.
I fastidi di ieri sono già dietro l’angolo.
Forse ci penserò più tardi o, probabilmente, non ci penserò mai più.
Mi aspetta un compito arduo: rovinare la Tsukikage e impossessarmi de La dèa scarlatta e nessuno – nessuno! – mi fermerà.
Ho rivisto Maya, oggi. Era di nuovo con Sakurakoji.
Sempre con il sorriso grande di chi non conosce ombre e va diritto per la propria strada.
Constatando che avevo del tempo, ho finito per seguire i due ragazzi.
In sala prove c’erano dei cronisti a caccia di scoop che, avendola riconosciuta come una delle pensionanti della Tsukikage, hanno iniziato a tempestarla di domande.
Così, sono stato costretto ad intervenire per toglierla dall’imbarazzo.

Quei cani!

Cosa pensano che ne sappia una bambina di amanti e bustarelle?
Non mi piace.
Più va avanti, più mi sento confuso.
E una grande tenerezza invade il mio cuore.
Sakurakoji le è vicino: la proteggerà con tutta la generosità dei suoi anni, ma non è ancora abbastanza forte.
Per questo – solo per questo – sono intervenuto personalmente.
Il ragazzo mi ha detto che Maya se ne è andata di casa per recitare.
Quando ho chiesto al mio tutore cosa significasse vivere appassionatamente per qualcosa, lui si è limitato a fissarmi come un marziano, dubitando che fossi savio.
Ovunque mi giri, non trovo risposte e, per paradosso, finisco per pensare a lei, alla ragazzina, che è il mio esatto opposto o, forse, incarna semplicemente tutto ciò che avrei potuto essere, ma non sono diventato.
Già, lei possiede il coraggio che io non ho, il coraggio di andare incontro al proprio destino bardati solo della bandiera del talento posseduto.

7 gennaio
Anche oggi l’ho rivista.
Sono andato a trovare la signora in nero per sondare il terreno delle produzioni Aoyagi, che, pare, stiano finanziandola in segreto.
Mentre discutevamo animatamente, si è sentito un gran trambusto e ho seguito al Tsukikage al piano superiore.
C’era “lei” che provava una commedia con le sue compagne.
Indossava una camicia a fiori, stretta in vita da una cintura rossa, ed era precipitata giù da un letto che, nella sua fantasia, doveva rappresentare una scala.
Ho riso per mezz’ora come un deficiente e persino Asakura se ne è stupito.
Io non sono affatto stupito: quella Maya mi incuriosisce e intenerisce insieme.
Son curioso di sapere sin dove arriverà.

(continua!)
 
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