Murasaki no Bara no Yume  - Glass no Kamen  * Il Grande Sogno di Maya * Anime, Manga, Drama, World e Fanwork

A Scarlet Rose (II Version)

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LauraHeller
view post Posted on 22/4/2010, 16:15 by: LauraHeller
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Grazie, ragazze...forse il punto di vista di Masumi è l'unico che segue passo passo la storia originale.
Per questo ho intenzione di riscrivere quello di Maya, ad esempio, e forse quello di Ayumi...
Comunque, al momento, eccovi la terza parte del Diario di Masumi!
Un bacione!





6 Luglio

Mi brucia ancora la faccia per quel gesto di stizza nei miei confronti.
Hai fatto tutto con la spontaneità che ti contraddistingue: in un luogo pubblico e sotto gli occhi attoniti del dottore e delle tue compagne!
Hai scoperto che, dietro la rappresentazione fallita del Concorso Nazionale, c’era Onodera, e, quindi, io.
Così, sono tornato a nascondermi dietro una rosa scarlatta e ti ho offerto il mio aiuto.
Spero che la tua insegnante guarisca presto, Maya.
Voglio La dèa scarlatta, è vero, ma qualcosa è cambiato.
La voglio sempre e ad ogni costo, ma qualcosa è cambiato.
Non voglio più che mi guardi come hai fatto stamane.
Quello spettacolo che ti incoronerà prim’attrice lo produrrò io, ma in modo “diverso”, non come farebbe mio padre.
Qualcosa è cambiato.
Qualcosa è cambiato.
Ed ho paura!…

Agosto
Mitzuki comincia ad esagerare, decisamente. E non riesco a farla tacere.
Davanti alla sensei Harada, la solerte signorina, con la sua aria saccente, ha espresso il suo parere in merito alla inadeguatezza di Maya in un suo eventuale coinvolgimento ne La dèa scarlatta.
Non ho voluto raccogliere la sfida, forse per timore di fomentare le sue già fervide fantasie in merito.
Se parlo della ragazzina, finisco per passare per un beota alle prese con una impossibile, assurda infatuazione.

Ma che cosa sto dicendo?
Di cosa vado a preoccuparmi, ora?

Mitzuki può pensare quel che vuole, la mia coscienza è davanti a me.
Io non mento a me stesso, è così?
Tra poco, il teatro del decimo piano del nuovo palazzo della Daito, a Shibuya, sarà inaugurato e lo spettacolo in cartellone è Anna dei Miracoli.
Le audizioni sono aperte.
Io sono persuaso che solo una attrice dalla faccia apparentemente comune può rivaleggiare con Ayumi Himekawa: un’attrice tutta occhi e con le ginocchia sbucciate dai ruzzoloni frequenti. Una pasticciona alta un metro e una spanna, che, ultimamente, mi procura pensieri e timori.
Quell’attrice sei tu, Maya, piccola donna.
Proprio adesso mi hanno comunicato che hai ottenuto una scrittura e sarai Catherine in Cime Tempestose. Un’altra adolescente inquieta, meno ingenua di Midori, stavolta, passionale e caparbia. Cathy è come l’edera rampicante che si abbarbica su ogni cosa inerte che incontra. Un po’ come hai fatto tu con me, Maya.
Non ti conosco neppure da un anno e già occupi buona parte della mia vita cosciente e subcosciente.
Sei solo una ragazzina, ma non è con le tue fattezze ordinarie che io ti vedo. E’ come se la mia mente precorresse i tempi e tu fossi già la persona definita, l’artista, la donna del prossimo futuro.
Non so spiegarmi, in verità, il perché di questa tua presenza costante. Se, per ipotesi, domani scomparissi dalla mia vista, come reagirei? Cosa ne sarebbe di questi miei ripiegamenti interiori, che, talvolta, sembrano provocarmi fastidi, ma sono, in realtà, ciò che conferisce sapore alle mie ore?
Sparirebbero.
E io con loro.


Settembre
- Cime Tempestose -

Hai un partner molto grazioso e, ai miei occhi, anche un pessimo attore, perché non riesce a nascondere il trasporto che ha per te. Tu lo ricambi con tutta l’anima e il cuore e così ferisci nel profondo il tuo ragazzo, quel Yuu Sakurakoji, che ho inutilmente coinvolto nel tentativo di farti passare alla concorrenza e, quindi, a me.
Gli ho detto che l’amore va ben oltre un palcoscenico. L’ho fatto per spingerlo a restare sino alla fine, ma anche per convincere me stesso, che ti vedo trattare Heatcliff come fosse il tuo pupazzo personale e penso che, forse, non mi spiacerebbe essere considerato allo stesso modo. Sì, non mi spiacerebbe. Ti vizierei al punto da rendermi indispensabile e tu, finalmente, la smetteresti di dirmi cose che non merito.
Maya, desidero che la tua passione di adolescente sia rivolta a me solo, ora e negli anni a venire.
E te l’ho detto senza mezzi termini, guardandoti negli occhi enormi, spiando dietro le tue pose di ragazzina nella speranza di vedere i segni di una maturità che, se ci fosse, non mi fermerebbe più.
Non mi fermerebbe più, Maya!


Ottobre
Tu sei pazza, se pensi che io possa assistere inerte all’ennesimo, pazzoide esperimento di recitazione!
Alla vista del tuo sangue, mi sono sentito svenire.
Ho provato una vertigine profonda, una incontrollabile rabbia.
Ti ho presa di forza e, non pensando neanche per un attimo a quel che la gente potesse pensare di quel gesto di attenzione per te, ti ho portata a farti vedere da un dottore…
Cosa significherà mai vestire i panni di una insipida bambola?
La signora in nero dice che la tua fama di rovina-spettacoli si sta diffondendo. Dice che la tua stella è talmente luminosa che anche l’attore più navigato ne ha paura.
Vieni alla Daito, allora!
Qui potrai brillare quanto vuoi, senza dover fare i conti con l’ignoranza del mondo dello spettacolo, che, oggi, vive di sola apparenza e miserabili talenti…
No, tu dici che preferisci morire o, addirittura, non recitare pur di non seguirmi.
E così, per adeguarti al pubblico volgare, decidi di annullarti sul palcoscenico e te ne stai lassù, ingombrante e inutile come solo una bambola di porcellana può essere! Ti fai ingabbiare in strette canne di bambù e, ciò nonostante, diventi il centro dell’universo!
Maya, i saggi ebrei dicono che non si può nascondere una città che sorge sopra un monte!
E’ tutto inutile.
Ai miei occhi sarai sempre una luce sul palco e questo tuo spettacolo, per me, sarà l’insuccesso che ti meriti per volere annullare quell’io raro e prezioso che gli dèi ti hanno concesso.


Novembre
Ho avuto “bisogno” di te e, in un attimo, quel giorno di pioggia inclemente, ti sei “materializzata” davanti al Teatro Daito del quartiere di Shinjuku.
Eri piangente, sembravi aver visto un fantasma o, forse, ne eri in cerca.
Sola e disperata come soltanto chi cerca una persona di famiglia può essere. Ma io fingo di non sapere, anche se la macchina commerciale è già in moto e la mia mente spazia nel futuro.
Fongo che sia Ayumi Himekawa ad aver bisogno di te per Muenzakura.
E’ una parte secondaria, ma tu saprai valorizzarla al massimo come sempre.
Del resto, Maya, non hai scelta.
La sensei ti ha punita per avere dato alla tua bambola di porcellana un cuore di donna. La tua maschera è infranta e tu, che di maschere ne hai altre 999, sei espulsa da quella insulsa compagnia che, senza di te, non varrebbe nulla. Che spreco.
Ed io sono pronto a tessere la mia tela.
Tu non puoi e non devi rifiutare, ché il denaro ti serve e senza recitazione ti sembra quasi di non riuscire a respirare.
E’ quello che ti dà un senso, no?
E’ la tua vita stessa, è così?
Quella vita “così tanta” che fa vivere anche chi ti ama e ti gira intorno come una farfalla intorno alla lampada.
Ti ama.
Stai vaneggiando, Masumi.
Uno spettacolo, con te, può rivelarsi un successo o, paradossalmente, un completo fallimento.
Quando reciterai per me, Masumi Hayami, ragazzina?
Non so perché, ma comincio a sentirmi stanco.
Sembra sia nato per offendere la tua persona e non manchi mai di farmelo notare. Così io ti dico che non mi importa nulla del destino della tua compagnia - non potrei mai dire che non mi importa di te – e tu scappi via urlando.
Lì, in quel momento, ti vedo di nuovo bambina e irraggiungibile.
Ma, stavolta, l’amarezza è così forte che anche la presenza di Mitzuki si rivela provvidenziale e il mio cuore spossato trova un attimo di pace in parole amare, che non temono quasi più di confessare la “stima” per il tuo ardore recitativo talmente insensato da essere irresistibile ai miei occhi.


Novembre...ancora!
Cosa posso fare ancora per te?
Ancora qualcosa, per farti capire che non sei sola. Un mazzo di rose scarlatte, sì, e poi la possibilità di crearti un’istruzione anche al di fuori di quella scuola di matti che frequenti.
Ho fatto un passo falso, lasciando un fiore del tuo bouquet in auto e tu, per quello sciocco, romantico attimo di distrazione, hai rischiato di scoprire che io sono il tuo ammiratore delle rose scarlatte.
Fortunatamente, il tuo “apprezzamento” perenne nei miei riguardi ti ha impedito di arrivare alla verità. Ma qualcun altro, alla verità, è giunto senza troppi giri di parole. Mitzuki, che si è sempre occupata di ogni mia questione personale, mi ha chiesto se dovevo inviarti ancora delle rose scarlatte ed il mio cuore si è fermato, quando ho sentito dalle sue labbra che anche tu avresti partecipato all’audizione per Anna dei Miracoli.
Per me.
Lavorerai ancora per me.
Devo ringraziarti!
Devo viziarti ancora un po’, sì.
E c’è solo un modo. Qui a Tokyo non potresti mai concentrarti per preparare la parte di Anna. Troppa confusione in casa, con la Tsukikage malata e quelle compagne pasticcione e confusionarie. Ti offrirò la mia casa di Nagano, dove potrai lavorare liberamente.
Nella mia casa.
Maya, nella mia casa!
Come vorrei ci restassi per sempre, ragazzina.

Fine Novembre

L’attricetta che mi sono portato a letto tante volte ha lamentato la mia freddezza, ma è stata subito messa a tacere dal mio collaboratore.
Io non me ne curo neppure, Maya, e corro da te.
Non posso impedirmelo, è un impulso irrefrenabile e così vengo a vederti.
La mia casa è ridotta ad una discarica, ma è bellissima, perché, dentro, ci sei tu.
Devo essere ubriaco per avere lasciato un party a metà serata ed essere volato qui, senza rimpianti né paure.
So che i tuoi occhi saranno bendati e le tue orecchie chiuse.
Non è sempre così, con me, ragazzina?
Io che per non farti del male, non ti sfioro neppure e tu che, al solo vedermi, già sanguini!
Sto diventando pazzo.
Che cosa faccio?
Lei, così indifesa davanti a me, ferita in più parti del corpo a causa delle dure prove cui si sta sottoponendo per ottenere la parte in Anna dei Miracoli, mi dispensa un abbraccio così caldo da spezzarmi le reni.
E rendermi disperatamente felice.
Ma io non ti ricambio come farebbe il tuo ammiratore dalle rose scarlatte e ti stringo a me.
Disperatamente felice.
La rosa che tenevo appuntata alla giacca l’ho lasciata nella mia casa, insieme alla tua faccia stupita per l’ardore inatteso e traboccante che ho lasciato trapelare.
Non avrei voluto!
Non avrei dovuto!
Cosa avresti voluto fare?
Cosa avresti “potuto” fare?
E se lei, potendo tu fare qualcosa, non ti avesse rifiutato?
Ho il viso in fiamme. La mia pelle, al contatto con la sua, mi ha trasmesso per un attimo una sensazione di continuità, di “uguaglianza”.
Maya, avrei voluto…
Non è possibile, ciò non ha alcun senso ed è certamente l’effetto dell’alcool a sconvolgermi e amplificare il mio trasporto nei tuoi riguardi.
Devo tornare al lavoro.
Butto due vestiti nella valigia che ho fatto volare sul letto, sudato come se avessi appena terminato di fare sesso selvaggio.
Ma, nei miei pensieri, c’è solo una ragazzina di quattordici anni, anche se la mia mente precorre i tempi.
Dannazione, Masumi, questa non può essere una giustificazione. Gli undici anni che ti separano da lei sono una realtà che nessuna escamotage potrà mai celare!
Pazzo! Pazzo!


Dicembre
Non riesco neppure a guardarti in faccia, Maya.
Cosa faccio qui, alla tua audizione per Anna dei Miracoli?
Riecco l’espressione desolata che ha distrutto la tua maschera di bambola. Cerchi tua madre, utilizzando l’odore, tutto ciò che lega una ragazza sordocieca al mondo circostante. Stai imparando ad usare il dolore personale per dare incisività alle tue interpretazioni.
Quel che fai è sublime e non te ne rendi neppure conto.
E’ grazie a quell’espressione che ti sei aggiudicata il ruolo, che condividerai con Ayumi.
E ora cosa fai? Sotto i riflettori cosa stai guardando? Non vedi me che ti vengo incontro e, mascherato della solita ironia, ti dico che sei la grande attrice del futuro?
Cosa guardi, Maya?!
Guardami!
Io sono il giovane Presidente della Daito Art Productions e tu mi devi rispetto.
Tu DEVI guardarmi.
Non puoi ignorare che io esista.
Mi nascondo dietro la necessità che tu sia educata nei riguardi di chi è più vecchio e più in alto di te. Ti chiudo il piccolo viso in due dita della mia mano e tu, come al solito, reggi il mio sguardo.
Ho sbagliato.


Continua…



 
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