Murasaki no Bara no Yume  - Glass no Kamen  * Il Grande Sogno di Maya * Anime, Manga, Drama, World e Fanwork

A Scarlet Rose (II Version)

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LauraHeller
view post Posted on 29/4/2010, 16:11 by: LauraHeller
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Settembre
(more than more)

L’estate è trascorsa in fretta.
Un salto nella casa di Nagano per riposare un poco e poi il viaggio in Gran Bretagna, per concludere un affare discografico che appariva impossibile.
Mi sento inarrestabile e lo devo a te, Maya.
So che sei in un momento delicato: la signora in nero ha ripreso a torturarti e, se non cancellerai il tuo “marchio d’infamia”, nessuna produzione teatrale tornerà a bussare alla tua porta (io, in ogni caso, sono sempre pronto!).
Così, paradosso dei paradossi, tu che, in passato, hai dovuto lottare contro la temibile sindrome da stage storm sei costretta a recitare da sola, senza compagni.
Il tuo astro torna splendere, ragazzina, e stavolta la solitudine ti permetterà di creare mondi paralleli, di interagire con personaggi partoriti dalla tua stessa fantasia.
Vorrei poter assistere al tuo rilancio, vorrei poter sognare i rii di Venezia o vedere le treccine di Hiromi Sato, ma non posso, perché devo costruire il prossimo futuro: La dèa scarlatta ti attende, Maya.
E poi c’è la tua insegnante, la tua preziosa sensei, che mi hai affidato senza neanche pensarci su. Maya, ti accorgi che io sono l’unico tuo legame, adesso?

Novembre
(In vino veritas. Il semaforo è…rosso. Forse)

Un guasto alla macchina, un party noioso in cui tutto ciò che devo fare è “mostrarmi”: e speriamo che qualche attrice non ci provi. Sono in astinenza da quando conosco Maya e ciò sta nuocendo alla mia fama di tombeur des femmes.
Ed ecco che, sotto la neve bianca, come spirito che si erge nel grigiore nascosto, appari tu, ragazzina, armata di un ombrello trasparente con le fragole, abbastanza ampio da poter riparare due persone.
Fa proprio al caso mio.
Tu mi leggi nel pensiero e, constatando il mio stato di difficoltà e l’enorme “dispiacere” a causa del ritardo alla festa, ti offri di accompagnarmi.
Ci incamminiamo piano, mentre quel mentecatto dell’autista caccia fuori metà della lingua per la sorpresa.
Sono Masumi Hayami e passeggio con la mia ragazzina sotto un ombrello da ragazzini.
Ma chi se ne importa?
Tutto è bianco, tutto è puro. Provo a divagare poeticamente, ma tu mi prendi in giro, ricordandomi che sono un dirigente austero e rigido e parlare in modo aulico non è per me.
Sapessi quali pensieri si agitano qui dentro!
Se leggessi dentro il mio cuore, capiresti che per te sarei disposto a mandare tutto a puttane!
Tu non lo sai o non vuoi saperlo.
Ma quella verità viene fuori dalle labbra di un ubriaco, che mi mette una mano solidale sulla spalla e rimarca con ironica gentilezza la differenza di età tra noi, che pur non è un dramma (secondo lui!), ma rende tutto più intrigante.
Quando cala il silenzio, davanti al semaforo rosso che, rossa di rabbia, hai rischiato di affrontare, io ti stringo a me e temo che possa avvederti dell’incontenibile calore che lo starti vicino mi procura. E’ emozione, quella, Maya?
Ti emozioni anche tu, quando ti abbraccio?
O è solo la disperata, muta richiesta del mio cuore?

Gennaio
(più vicini, sì, sempre di più
)
Ho affidato l’incarico di seguirti, Maya, al mio più fidato collaboratore, Karato Hijiri, il dipendente ombra della Daito.
Ed egli si è fatto subito cogliere sul fatto, facendomi venire un collasso!
Dice che non devo preoccuparmi se tu hai scoperto che egli è la mia “mano segreta”, anche perché il suo essere ufficialmente passato a miglior vita mette me al sicuro da ogni sospetto.
Vedo in lui la persona più adatta cui poter affidare la vita a me più preziosa e cara.
E anche le sue parole sono per me una medicina: è come se stesse facendo da ponte tra i miei sentimenti e i tuoi, sentimenti che, da solo, non riesco a sondare con obiettività.
Mi sembra che, negli ultimi mesi, tu si sia avvicinata molto.
E’ come se avessi “dimenticato” il grave episodio relativo ad Haru e ciò mi conforta.
Quel che mi preme, adesso, è farti uscire dalle mura dell’Istituto Itotsuboshi, rimetterti su un palco vero, dove tu possa progredire al fianco di grandi professionisti.
Ora che il tuo marchio d’infamia è stato cancellato, è giunto il momento di tornare.
Per questo, stasera, ti ho offerto di venire a teatro con me.
Ricominciamo da zero, ragazzina, ripartiamo dalla tua rivale e vediamo insieme a che punto è Ayumi Himekawa.

Lo so.
Sapevo che saresti incorsa in uno shock.
Avevo visto la Giulietta di Ayumi prima di te e sono rimasto anche io colpito da tanta grazia e perfezione. La tua storica rivale è davvero un’artista completa e, nelle condizioni in cui sei ora, non sei in grado di superarla.

L’annus horribilis che hai attraversato ha, purtroppo, rallentato la tua corsa verso la perfezione, ragazzina. E capisco quando la tua sensei, senza troppa grazia, ti sbatte in faccia una verità odiosa. Stavolta tocca a me consolarti: giro come un pazzo tra la sala degli ospiti, dove la Tsukikage pontifica misure drastiche per il genio che non vuol venire allo scoperto, e l’anticamera, in cui tu, ancora in lacrime, pensi che Ayumi Himekawa sia ormai irraggiungibile.
Eppure, sotto i suoi occhi, hai appena creato uno spettacolo “inedito” ed assolutamente originale. Nascosta tra “i sacchi di patate” e i ruzzoloni, c’è una allodola con le mani giunte dietro la schiena, che “si alza” sulle esili zampette, ma è impedita di volare.
Sei tu, quell’allodola, Maya.
E ti basta soltanto levarti in volo per tornare avanti ad Ayumi.
Questo lo sa la Tsukikage, lo sa Ayumi, lo so io, ma non tu, ragazzina.
Davvero, davvero il teatro è lo specchio della tua anima, della tua stessa vita.
Non rinunciarvi, perché qualcuno è sempre dietro di te, a sostenere nell’ombra. Splendi nell’arcobaleno, ragazzina, e vedrai che anche quel premio arriverà e la sensei passerà a te la corona della dèa.


Marzo
Hijiri mi ha informato del tuo coinvolgimento nello spettacolo delle Compagnie Tsukikage e Unicorno riunite.
Come al solito, non ho resistito alla tentazione e sono venuto a vedere cosa combini.
Un consiglio manageriale qua, una divagazione là, ho pensato di festeggiare il tuo diploma in loco. Visto che sei stata tanto gentile da mandarmi la tua pergamena, il minimo che possa fare è portarti “fuori”.
Ma è troppo chiederti di uscire a cena. Tu non accetteresti mai.
E allora ti metto di fronte al fatto compiuto.
Questo parco, in cui reciterai il Sogno di Shakespeare, ospita un laghetto delizioso e si può affittare una barca. Così, con la scusa di raccontarti come sta la tua preziosa insegnante, ti prendo di forza e ti “adagio” senza troppi convenevoli sul nostro “vascello privato”.
Finalmente, la smetti di sbraitare e ti godi il sole abbagliante, l’acqua limpida, il tranquillo rumore dei remi che si tuffano ritmicamente sul fondo del lago.
E’ bello stare con te, adesso.
In maniche di camicia, con la luce degli occhi, vedo te, in jeans e maglietta, e mi sembri bellissima, nella tua determinazione a tenermi testa. Vorrei baciarti qui, tanto non ci vede nessuno, ma se ci vedessero, in fondo, non mi spiacerebbe.
Io sono Masumi Hayami e posso permettermi tutto. Sono io il conduttore dei giochi, giusto? Ed è più che naturale che, intorno a me, ci sia solo il meglio.


Il mio Sogno di una Notte di Mezza Estate
Sei rientrata in scena uscendo dalla fitta nebbia in cui eri precipitata, con la mia rosa scarlatta in bocca e il mio cuore ha avuto un sobbalzo.
Che ti succede, Masumi, invidi te stesso, ora?
Sì, mi invidio, perché non è me che ha cercato, lanciando quel fiore dal palco.
Dài vita ad una delle maschere più riuscite della tua carriera di attrice e, stavolta, trovo il coraggio di dirtelo, senza mezzi termini.
E’ finito il buio, vero, Maya?
Ma il mio compito non è finito. Il miracolo di stasera non è sufficiente per arrivare a La dèa scarlatta. E solo io posso spingerti a superare questo limite, separandoti dalla tua compagnia, facendoti imbarcare in una nuova avventura che stupirà me e il tuo pubblico adorante. Mitzuki dice che sono stato io a dirigere i tuoi passi al Teatro Nittei ed è vero.
Però mi brucia. Questo tuo schiaffo mi brucia, Maya, perché lo hai accompagnato con parole che non avrei voluto sentire, parole di stima – subito ricacciate in gola - per me medesimo! Il semaforo perennemente rosso era divenuto giallo ed io, come uno sciocco, non me ne sono accorto.
Ma forse è stato un bene.
Ultimamente, la mia follia d’amore aumenta, sconfinando persino nel lavoro. E se mi lancio verso di te, rischio di nuocerti. Stringerti tra le braccia, essere amato da te è il mio imperativo, ma non posso pensare che la mia seduzione possa portarti a perdere di vista l’obiettivo, Maya. Tu devi essere la dèa scarlatta!


continua!
 
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