Murasaki no Bara no Yume  - Glass no Kamen  * Il Grande Sogno di Maya * Anime, Manga, Drama, World e Fanwork

A Scarlet Rose (II Version)

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LauraHeller
view post Posted on 5/5/2010, 19:10 by: LauraHeller
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Subito!

Ad una richiesta così come si può dir di no?
Grazie, mia cara!


La prima de Le due Regine
“La settima fila di fronte al palco, è un buon posto” mi sono detto guardando il tuo normalissimo invito, recapitato proprio il giorno della prima.
Alla buon’ora, Maya, ti sei fatta attendere.
Proprio non riesci a pensare a me con un po’ di tenerezza!
Ed eccomi qui, in abito scuro, inchiodato alla poltrona, pallido di tensione. La tua genialità, la tua maschera, verrà abilmente indossata, ma il ruolo di oggi mi impensierisce un po’.
Dura solo un istante.
Quando entri in scena, vestita di broccato, coi capelli lasciati andare in morbide onde, mi sento sciogliere.
Non sei mai stata così bella.
I raggi del sole di primavera, il tepore nell’aria, questo riesce a creare la tua maschera di vetro!
Onodera, seduto accanto a me, non riesce a commentare e ho intravisto Mitzuki, che, per carpire la mia reazione, rischiava di buttarsi giù dal palco.
Anche io sono sconvolto.
Dov’è la ragazzina di ieri?
Maya.
Sei cresciuta, finalmente.
Non è solo Ardis, non è solo grazie ad Ardis.
Sono lontani i tempi in cui la mia mente scavalcava agli anni per provare ad immaginarti donna.
Sei donna.
E ciò mi delizia e mi inquieta.
Mi inquieta perché, se prima eri affascinante, ora sei irresistibile e temo che non solo io possa essere sensibile al tuo fascino.
Già, non solo io. C’è quel Sakurakoji, alla prima.
Già il pensiero che sia venuto dietro tua esplicita richiesta, mi imbestialisce.
E poi, anche lui.
Non è più il bambino coi golf colorati, deve avere diciott’anni, adesso, ed è alto quanto me, le sue spalle si sono allargate, il suo sguardo si è fatto penetrante.
In che modo ti guarderà? Quali pensieri si agiteranno nel suo cuore? Quali desideri?
Se fossero uguali ai tuoi, come reagiresti Masumi?
La sigaretta mi si spegne tra le dita, rischio di bruciarmi, ma non me ne accorgo neanche. E’ più intollerabile immaginare il suo desiderio di te, ragazzina!
Sei cresciuta.
Senza che me ne rendessi conto.
Senza che me ne rendessi conto.

La tua interpretazione, Maya, è stata un successo e, a dispetto di quanto pensano i denigratori di sempre, la tua luce non è stata divorata dalle tenebre della pur eccellente Ayumi.
Questo spettacolo è stato meraviglioso ed io, Masumi Hayami, sono in debito con te di una gran quantità di rose…scarlatte.
Cerco di mascherare dietro una battuta cretina la mia emozione e sparisco dietro le quinte, lasciandoti, rossa in viso, nelle mani di Mitzuki, mia esecutrice materiale. Sarà lei a disporre che tutto il foyer sia adeguatamente riempito dei fiori che preferisci.
E del colore che preferisci.
Vorrei proprio sapere che colore sceglierai per me.



Fine Agosto
(l’autunno arriva in piena estate)

Bastardo!
Non ti è stato sufficiente plagiarmi a tua immagine e somiglianza, Eysuke Hayami?
Adesso cosa vuoi fare?
Combinare il matrimonio del secolo?
Ed io, come uno sciocco, perché non ti ho detto che sono innamorato?
Forse, se l’avessi fatto, se fossi stato più deciso, tu non mi avresti costretto a guardare quella foto.
E’ una donna incantevole, ma mi fa venire i brividi.
La mia carne, le mie ossa, la sentono estranea.
Ho un moto di nausea incontrollabile, come qualche anno fa, quando mi portavo a letto le attricette senza alcun valore interiore.
Non potrei.
Ora come ora non potrei neppure pensare di entrare in un letto che non sia il tuo, Maya.
La mia passionalità mi stritola, parimenti il tono di questo “padre” che non ammette regole.
Cosa devo fare?
Cosa posso fare?
E se Eysuke mi obbligasse?
Prendo la macchina e raggiungo la tua povera casa.
Maya, sento le felici risate tue e delle tue amiche ed io me ne sto qui, incollato alla portiera, con la morte nel cuore.
Dimmi che c’è una speranza, te ne prego!
Se lo farai, andrò contro il mondo intero!


Redlight, always.
Ho un macigno enorme sul cuore e non posso più attendere.
Devo sapere. Tu devi sapere.
Ti mando un biglietto anonimo con un invito a teatro.
E’ un’esca succulenta, so che accetterai.
Anche gli attori sono di prim’ordine e, conoscendoti, non farai neppure caso al fatto che il dramma è rappresentato in uno dei miei teatri.
E, infatti, ti trovo già seduta nella poltrona S che ho riservato per te, intenta a leggere la trama di Anna Karenina.
Non ti accorgi neppure che sto prendendo posto accanto a te.
Solo un tuo sguardo distratto palesa la mia presenza ed il tuo fastidio è subito manifesto.
Maya, sono stanco.
L’aut-aut di Eysuke mi fa riflettere seriamente sul futuro.
Andare avanti per la mia strada o aspettarti?
Il mio sangue fluisce rapidamente nelle vene solo sfiorandoti la mano.
Ho paura, non riesco a lasciarla. E più mi implori di mollarla, più la stringo con disperata determinazione.
Trascorrerai del tempo con me. Sì, forse ti ho un po’ costretta, ma ciò non conta.
Lo spettacolo inizia: dalle prime battute capisco che io sono tornato ad essere un’ombra.
E’ l’effetto che ogni spettacolo produce su di te: ti immedesimi, parteggi per l’eroina tragica, che studi in ogni sua movenza, soffri con lei, finisci per commuoverti.
Ho come l’impressione che il tempo sia trascorso a velocità esponenziale. Lo spettacolo è terminato, ma tu ti schiodi dalla poltrona a fatica.
Io ti guardo con affetto, mentre ti domando dove avresti piacere di andare.
Mi proponi una pasticceria di Shinjuku, mèta di studentesse underdiciotto, che, fortuna per me, è aperta ai fumatori.
Ti rimpinzi di dolci, trangugi un succo di frutta dietro l’altro, mentre io riesco solo a mandar giù un caffè nero, che mi chiude in una morsa dolorosa la bocca dello stomaco.
La tua spontaneità è deliziosa.
Non trovo alcuna artefazione, in te; non ti curi neppure se panna e cioccolato ti si sono attaccati ai lati della bocca. Volentieri io, se me lo chiedessi, ripulirei quel viso da monello con uno, due, cento baci.
Non credo di aver mai baciato una donna che sa di cioccolato.
Le “mie” attrici mangiavano ostriche e bevevano champagne. E adesso ho un autentico rigetto per tutto ciò che è sofisticato.
Preferisco un gelato o un dolcetto colorato di rosa o una cola alla spina.
Che ti prende, Masumi?
Ora ti metti anche a fingere che il tempo non sia mai trascorso per te?
Eppure sai bene che non è così.
Però oggi è la tua “grande occasione”.
Non sei forse riuscito a convincere la ragazzina a trascorrere del tempo con te? Allora ti godrai questa parentesi senza pensare.
Se poi riuscirai a dirle anche chi sei, a spiegarle che ogni cosa – anche la più spietata e mal riuscita – è stata fatta per il suo bene e lei ti crederà, allora sarai a cavallo!
Potrai dare il via ad un corteggiamento selvaggio: la tua solitudine sarà un triste ricordo e non vorrai più saperne di matrimoni combinati con ragazze dell’alta società.

I piedi ci conducono nel luogo che, quand’ero poco più che un ragazzino, raccoglieva le mie lacrime rabbiose: il planetario. Nessuno sa che, in questo posto, le sberle di Eysuke si trasformavano nelle carezze della mia cara madre passata, purtroppo, a miglior vita
Qui venivo a sognare quel che lo smog mi impedisce di vedere ad occhio nudo da un ventennio a questa parte.
Maya, tu, vent’anni fa, non eri neppure nata.
Non hai mai visto stelle come queste e, oggi, le guardi con me.
Ho visto, sai?, il tuo turbamento. Eri talmente soggiogata dalla vista incantevole del cielo da perdere l’equilibrio. Io, qualche passo indietro, ti ho subito sorretta, ma non solo quello avrei desiderato fare…

Dopo il planetario, la visita alla fiera del tempio di Goro.
Da bambino, amavo molto l’aria di festa che si respirava qui. La mamma mi comperava mele candite e caramelle. Un sapore che, ancora oggi, a dispetto delle prelibatezze che mi vengono servite, ricordo benissimo.
Tu mi chiedi di acquistarti dei graziosi oggettini ed io ti accontento.
E’ raro che io possa viziarti come Masumi Hayami.
La cosa mi piace, così come mi piace mettermi a cercare la mamma di un bambino che si è smarrito.
E’ bello che io e te si cammini fianco a fianco assieme al piccolo Ken.
Mi illudo per una manciata di minuti che voi siate la mia famiglia e mentre tu – te lo leggo negli occhi – ti chiedi chi io sia veramente, ti strappo di bocca la trombetta che stai suonando, perché mi è venuta voglia di imitarti e perché, da troppo tempo, non gusto il sapore delle tue labbra e ne sento un’insopportabile nostalgia.
L’infantile trastullo sa ancora di cioccolato.
Con la coda dell’occhio ti vedo arrossire, mentre porti la piccola mano all’angolo sinistro della bocca e penso, amore mio, che se tu avessi la minima idea della portata del mio desiderio, fuggiresti lontano un miglio.
O, forse, no.
Le stelle sono sempre stelle, Maya, e splendono a dispetto dello smog o delle nuvole. Tu sei come una di quegli astri, il più luminoso, e se io, adesso, ti prendessi tra le braccia e ti portassi via, forse, davanti all’evidenza, riusciresti a capire, finalmente, quanto io ti ami.
Stanotte, e tutte le notti a venire, vorrei trascorrerle perso nei tuoi abbracci, ubriaco di baci al cioccolato.

Poi, mentre ceniamo insieme ed io prendo il coraggio a quattro mani per rivelarti chi sono, arriva la terribile notizia: Chigusa Tsukikage è scomparsa.
Pare sia andata a curarsi in una località sconosciuta e non perdi occasione per prendertela con me, che dovevo vegliare su di lei proprio perché tu, Maya, me lo avevi domandato.
Cosa fare, allora, se non calare la testa rassegnato?
Dici che non potrai mai perdonarmi ed io ti credo , Maya.
Una rosa scarlatta appassisce lenta fra le mie dita, mentre torno a buttarmi a capofitto nel lavoro e compio il mio destino accettando un incontro a scopo matrimoniale con la signorina-bene che avevo giurato di non volere vedere neppure in foto.
Shiori Takamiya, Maya!
Una bellissima, coltissima, ricchissima donna dell’alta società. Si divide tra la musica tradizionale giapponese e la coltivazione delle orchidee.
Un fiore costoso, intrigante quanto basta, ma certamente “più facile” da tenere in mano rispetto a una rosa scarlatta.
Una rosa scarlatta - come sei tu, Maya - innamora, profuma di passione, strazia le carni e le fa sanguinare. Le sue spire, se non adeguatamente disciplinate, si espandono libere e in maniera tale da soffocare qualcosa cosa incontrino.
Non hai fatto forse così, con me, ragazzina? Tu e la tua “finta” semplicità che cela quel genio irresistibile ai miei occhi…
Shiori Takamiya sarà certamente una donna più semplice da gestire.
Mi concederà qualsiasi cosa io le chieda e dovrò essere gentile con lei, perché, da quel poco che ho visto, la sua delicatezza non è solo una “questione di testa”, ma anche di fisico: ha una forma di anemia abbastanza aggressiva, che le provoca malori e mancamenti, soprattutto quando è stressata.
Mio padre dice che sarà difficile che io abbia bambini da lei, ma pare non preoccuparsene.
Infatti, ciò che conta, allo stato attuale, è lo sponsor del gruppo Chuo, di proprietà dei Takamiya.
E poi Shiori ha fratelli con figli.
Basterà un’altra adozione “mirata” e la famiglia Hayami avrà ancora un “degno” successore.


Ordinary Life.
“Le auguro di essere felice!”
Penso di essere arrivato alla frutta.
La disperazione che il non averti comporta non mi fa vedere neppure ciò che è evidente. Forse sei gelosa davvero, ma io ho paura di illudermi ancora.
La mia liaison con Shiori continua, sebbene il fidanzamento non sia ancora ufficiale.
I giornali ne parlano; l’ambiente che frequentiamo ne parla, Maya.
Ed è facile che tu abbia “saputo”.
Frattanto, prepari il tuo prossimo spettacolo, da cui dipende l’eventuale, futuro coinvolgimento ne La dèa scarlatta.
Sarai Jane, una ragazza lupo, in Lande Dimenticate.
L’uomo che ti dirigerà è geniale quanto te. Non a caso ti ha scelta. Ho voluto incontrarlo per rendermi conto del suo effettivo valore.
Mi preoccupo di tutto quel che concerne la tua carriera artistica per non pensare al resto, Maya.
Come evito di pensare al fatto che il tuo partner, nel ruolo dell’antropologo Stewart, è proprio quel tuo “primo amore cresciuto” che ho incrociato alla prima de Le Due Regine.
I miei collaboratori vi hanno visti dentro un fast-food, ma, al momento, non me ne curo.
La rosa che hai visto in quel locale, Maya, non è scarlatta.
Te lo ha detto anche lui, rimarcando che era una banale luce blu a farle assumere quel colore.
Ragazzina, io so che le rose scarlatte non ti porteranno mai da Yuu Sakurakoji.
E questo ultimo, disperato appiglio mi conforta.


Orchidee di serra.
La mia casa è letteralmente invasa dal profumo dei fiori che la mia aspirante moglie mi ha fatto recapitare.
Fiori coltivati con le sue mani.
Che persona meravigliosa!
Quando, l’altra sera, l’ho stretta a me, sulla pista da ballo, ho subito capito che, per quanto vicina a me con gli anni, non ha alcuna esperienza in fatto di uomini.
Forse io sono il primo che si avvicina così tanto a lei.
A differenza di te, Maya, che hai già “conosciuto” le mani di Sakurakoji e Shigeru (il diavolo se li porti!).
E’ proprio una bellissima donna, Shiori Takamiya, e fare l’amore con lei non mi dispiacerà.
Questa constatazione mi fa sorridere, sebbene sia nata come al solito, dall’inevitabile confronto con le emozioni che mi dài tu, ragazzina.
Eysuke mi chiede di questo “miracolo al femminile” ed io non ho alcun problema a parlargliene, anche perché Shiori – è un dato di fatto - non mi è entrata nel sangue; sento che non mi appartiene e nessun intimo segreto sussiste tra noi.


Presents

Ho avuto un moto di nausea ed ho reagito come al solito, perché, da quando ti conosco, laddove è la disperazione è anche la mia unica gioia.
Tu mi struggi il cuore, lo calpesti, ma sei anche l’unico motivo per sorridere ancora alla vita.
E così torno ad inviarti dei fiori e stavolta li accompagno ad un beauty case personalizzato. Il tuo nome è inciso su una targhetta d’oro.
Il tuo donatore di rose non ti abbandona, Maya, non potrebbe mai.
La sua promessa è sacra come il vero amore.


Don’t forget me!
Maya, te ne rendi conto?
Tu non sai che io sono il tuo ammiratore, ma il tuo spirito, misteriosamente, ti guida a “regalarmi”, attraverso Hijiri, qualcosa che ricordi a me, Masumi Hayami, che tu esisti ancora.
“Continua a seguirmi sempre!”
Come se ci fosse bisogno di ribadirlo!
La carriera costellata di successi, che, con fatica, hai costruito e che io seguo da anni, è racchiusa tutta in questo semplice album con le foto di scena.
E subito mi accorgo che non v’è nulla, in esso, delle artefatte, bellissime orchidee di Shiori Takamiya.
L’hai vista, finalmente.
Cosa hai pensato, quando ancora una volta, inspiegabilmente, mi hai augurato di essere felice?
Io, ragazzina, le stelle le ho viste solo con te e non penso proprio di tornare a vederle con lei.


La speranza nasce dalle rovine.
La sala Ugetsu sarà il luogo del tuo rilancio.
Un teatro fatiscente privo persino di poltrone a sedere.
Non un solo membro dell’Associazione Nazionale per lo Spettacolo sarà invogliato a venire.
A meno che io non intervenga.
In tre giorni, trasformo quel luogo degradato in un posto accogliente.
I posti a sedere non sono molti – è pur sempre un piccolo teatro – ma, se reciterai bene, sono certo che il tuo spettacolo sarà replicato ad oltranza, Maya.
Cogliere quell’uno per cento di possibilità spetta a te.
Io sarò lì, se mi inviterai. Come ammiratore delle rose scarlatte e, soprattutto, come Masumi Hayami.
Tu non lo sai, ma ci verrò in ogni caso.
E non accetto la tua gentilezza: no, non porterò mai Shiori a vedere un tuo spettacolo perché, almeno qui, tra le mura di questo luogo fatato abitato dalle tue mille maschere, voglio essere solo, libero di sognare e di sognarti.

It’s too late, baby.
Caro Hijiri, compagno fedele di riflessioni notturne, la tua preoccupazione mi commuove così tanto!
Ma non è sufficiente a far da balsamo, stavolta.
E sentire di nuovo la voce di Maya, limpida, sincera e cristallina, incisa su un nastro, riapre l’antica ferita.
Non ho il coraggio di parlarti apertamente, ragazzina, perché il terrore che tu possa rifiutarmi, che io non ti possa stare vicino neppure come ammiratore, mi incatena qui, in questa darsena.
E le onde che si infrangono piano sulla spiaggia mi rimandano l’immagine dolce di qualcuno che sta aspettandomi e che, mio malgrado, non sei tu.
Persino mio padre ha iniziato ad “interessarsi” a te ed ha voluto incontrarti.
Da allora, non fa altro che ribadire che la tua passione è identica a quella di Chigusa Tsukikage, “la sua dèa scarlatta”.
Già.
Deduco che abbia capito che tu, Maya, appartieni a me quanto la signora in nero appartenga a lui
La sua perspicacia mi è molesta.
Non gli ci è voluto molto per capire che tu, con Shiori, costituisci “l’altro oggetto del mio interesse”.
Per fortuna, non ha capito ancora che quell’oggetto, in realtà, è solo uno.
Mentre sei via, tra le montagne, alla ricerca della maschera della ragazza col cuore del lupo, io continuo la mia maldestra interpretazione di uomo innamorato, uscendo con Shiori, una donna che sarà pur modesta e riservata, ma non ha alcun problema a far trasparire le sue emozioni e il suo trasporto nei miei riguardi.
Credo che mi desideri e molto anche.
Quel braccio stretto attorno al mio mi strangola.
Mi fa mancare l’aria.
E’ perché non sono libero di vivere i miei sentimenti per Maya o Shiori sta facendo sia la mia che la sua parte al punto di annullarmi?

Spring Typhoon
E’ stato un bello spettacolo, davvero, quello che hai messo in scena dopo la prima di Isadora.
Ed anche il mio ruolo di ingrato comprimario non ha tradito le tue attese e, in un certo senso, le attese di tutti.
Con una pubblica dichiarazione di odio imperituro, accompagnato da un morso sulla mano così “realistico” da lasciarmi il segno, sei riuscita ad attirare l’attenzione dei membri dell’Associazione Nazionale per lo Spettacolo, che hanno così promesso di inserire nei calendari delle opere a concorso il tuo Lande Dimenticate.
Ho cercato rifugio sul terrazzo dell’ultimo piano, quello con vista diretta sulla valle dei neon, e, subito, sono stato raggiunto da Shiori, la quale, senza neppure guardarmi negli occhi, ha avvolto la mia mano offesa nel suo fazzoletto di pizzo.
“Le ferite non vanno mai sottovalutate” dice semplicemente.
Mi sono limitato a fissarla esterrefatto.
Tanta abnegazione è propria di una persona attenta e Shiori mi sembra abbia intuito qualcosa dei miei sentimenti per Maya.
Quel suo non approfondire è dettato dalla paura di avere conferme riguardo ad una verità per lei scomoda o è, più semplicemente, indice di discrezione?

Quell’episodio ha avuto vasta èco. Del resto, la tua genialità era supportata dalla mia figura di manager in vista.
Siamo stati una coppia formidabile ed ora tocca a te e al tuo gruppo.
Ho voluto incontrare il tuo regista al chioschetto di Shinjuku in cui ho sempre desiderato portare Coichiro – senza riuscirvi – e mi sono accorto che anche Kuronuma è un genio dai molti complessi. Rimane sconvolto, apprendendo che sono assai bene informato su tutta la sua carriera - altalenante a dire il vero - a causa del suo carattere un po’ bizzoso.
Lui è come te, Maya: è uno che, sul palcoscenico, non accetta compromessi e lavora come coscienza gli detta senza curarsi del guadagno.
Noto che ha bisogno di un incentivo e, del resto, negli affari io calcolo tutto al millesimo: così accenno alla regia de La dèa scarlatta.
Se Ryuzo Kuronuma saprà abilmente dirigerti e tu vincerai un premio al Festival delle Arti, insieme potrete dar vita a un altro spettacolo, ancora più grande.
Non posso neppure pensare di affidarti alle mani di Onodera.
Del resto, lo stesso Kuronuma ha detto di volere lavorare con te dopo avere visto Le Due Regine: a quanto pare, la Himekawa non deve averlo colpito più di tanto.
Non so quale sia il motivo e suppongo sia lo stesso per cui io apprezzi maggiormente il tuo modo di recitare rispetto a quello di Ayumi.
Dal punto di vista tecnico, come ogni persona che vive solo del proprio genio, non sei all’eccellenza, ma il tuo modo di arrivare al cuore degli spettatori non ha pari.
Non dimenticare, ragazzina, quello che hai operato in me, dal primo minuto in cui ci siamo incrociati davanti al teatro Daito. Io, l’affarista senza scrupoli, sono stato trasformato nel fervente e innamorato ammiratore delle rose scarlatte.
E’ passione vera, Maya, quella che porta gli individui a cambiare rotta d’improvviso, ad accorgersi che il passato, per quanto supportato da anni di conferme, può essere una mistificazione.
Non so ancora cosa fare della mia vita, è vero.
Forse non starò mai con te: Shiori, dacché si trovava all’orizzonte, si è avvicinata piano a queste rive.
Però sono certo che, qualunque cosa accada, non tornerò mai ad essere quello di prima.
Per adesso, cerco di godermi la libertà di venire a vederti a teatro senza dover dare spiegazioni a fidanzate o mogli.
Il tifone annunziato dalle previsioni meteo non si è fatto aspettare e così mi avvio, ragazzina. La tempesta cerca di frenare il mio cammino, ma nessun albero caduto, nessun chicco di grandine può fermarmi.
Ha promesso. L’ammiratore ha promesso. Ma anche Masumi Hayami l’ha fatto e “noi” onoriamo sempre le promesse.
Dèi, vi sfido!
Quando tutto sembra perduto, tra le luci che si abbassano a causa della bassa tensione e il palco vuoto, scorgo te, ferma al centro del corridoio principale.
Fissi sconsolata le poltrone vuote e forse pensi che è tutto finito e che la dèa è, ormai, una chimera.
Ma poi metti a fuoco qualcosa.
Vedi questa montagna d’uomo che scende piano le scale, bagnato da capo a piedi, e mi vieni incontro.
Non devi distrarti ed io ti tratto con apparente noncuranza: sono lì per vedere un dramma, non te in quanto persona.
Il messaggio è chiaro, ma, stavolta, tu non sei convinta del tutto.
Ho un moto di apprensione.
E, nel contempo, sono deliziato da questo ennesimo appuntamento a due.
Maya, stai recitando solo per me, questa sera!
Su un palcoscenico ridotto all’osso, con la determinazione di chi pensa solo ad indossare la maschera del lupo dalle fattezze di donna, mi sfidi, mi chiedi ancora di guardarti.
Devi, devi aver capito che c’è sotto qualcosa, che non posso essere qui semplicemente perché sei un giocattolo commerciale.
La tua recitazione è eccellente ed anche i tuoi compagni brillano. Sakurakoji ti sfiora il viso con le mani ed io sono talmente geloso da stringere gli occhi fino a ridurli a due fessure. Le mani stringono il bracciolo della poltrona: qualche addetto del teatro si accorgerà, a spettacolo finito, che ho lasciato lì le mie unghie.
Non è proprio possibile, per me, pensare che qualcun altro possa toccarti.
Un vetro si frantuma, la luce va via.
Fuori la tempesta imperversa, ma la cosa non ci interessa, è così, ragazzina?
Tu mi stai portando nel tuo mondo dell’arcobaleno e non importa se lo fai per deliziarmi o per farmi ricredere, spinta dalla passione o dall’odio.
E’ bellissimo vederti recitare nelle tenebre, illuminata solo dalle torce. Si percepisce la solitudine del cuore di Jane ed anche la mia, Maya. Una solitudine così evidente da fendere le tenebre.
Al termine dello spettacolo, complice la luce ancora tenue, ricaccio indietro la commozione per regalarti sorrisi ed applausi.
Sei stata magistrale, ragazzina.
E adesso cosa fai?
Vieni anche a ringraziarmi? E ti preoccupi che io possa star male perché, per due ore, sono rimasto seduto coi miei abiti fradici senza muovere neanche un muscolo?
Prendi il foulard azzurro che hai annodato il collo e inizi ad asciugarmi i capelli. Ti alzi sulle punte dei piedi e, per non perdere l’equilibrio, poggi la mano sinistra sulla mia spalla.
Mi si chiude la gola ed anche il mio sguardo si fa confuso.
Maya, davvero, io adesso vorrei, come quel giorni, nella mia villa di Nagano, stringerti a me. Ma, stavolta, non mi fermerei.
Perché oramai sei cresciuta, ragazzina, e la mia passione, se tu mi assecondi, non riesco più a trattenerla.
Deve essersene accorto anche quel Sakurakoji, che viene prontamente a portarti via, dopo aver visto che io ti tenevo languidamente la mano.
Sì, oggi è cambiato qualcosa, Maya.
Tu mi hai guardato con occhi diversi. Il tuo tocco delicato lo sento ancora qui, sulla mia testa.
Devo calmarmi, devo andarmene da qui.
Adagio il foulard su una poltrona e scappo mentre il tifone ancora imperversa.
Peccato non sortisca l’effetto di una doccia fredda. Al contrario, amplifica il mio desiderio di te. Faccio uno sforzo sovrumano per non tornare a prenderti.



continua..................
 
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203 replies since 20/4/2010, 16:11   15493 views
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