Murasaki no Bara no Yume  - Glass no Kamen  * Il Grande Sogno di Maya * Anime, Manga, Drama, World e Fanwork

A Scarlet Rose (II Version)

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view post Posted on 28/4/2010, 19:08
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Grazie, Emer! Sei davvero gentile.
Questa parte ho pensato di non modificarla perché la ritengo tutto sommato "soddisfacente".
Devo dire che entrare nei pensieri del bradipo è stato "emozionante".
Masumi è una sorta di eterno adolescente, in amore. Capace di sacrifici enormi e di patire pene enormi anche.
Con, in più, la "costanza" tipica dell'uomo maturo, che tutte noi vorremmo riscontrare nel nostro compagno...
Eh...
 
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view post Posted on 29/4/2010, 16:11
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Settembre
(more than more)

L’estate è trascorsa in fretta.
Un salto nella casa di Nagano per riposare un poco e poi il viaggio in Gran Bretagna, per concludere un affare discografico che appariva impossibile.
Mi sento inarrestabile e lo devo a te, Maya.
So che sei in un momento delicato: la signora in nero ha ripreso a torturarti e, se non cancellerai il tuo “marchio d’infamia”, nessuna produzione teatrale tornerà a bussare alla tua porta (io, in ogni caso, sono sempre pronto!).
Così, paradosso dei paradossi, tu che, in passato, hai dovuto lottare contro la temibile sindrome da stage storm sei costretta a recitare da sola, senza compagni.
Il tuo astro torna splendere, ragazzina, e stavolta la solitudine ti permetterà di creare mondi paralleli, di interagire con personaggi partoriti dalla tua stessa fantasia.
Vorrei poter assistere al tuo rilancio, vorrei poter sognare i rii di Venezia o vedere le treccine di Hiromi Sato, ma non posso, perché devo costruire il prossimo futuro: La dèa scarlatta ti attende, Maya.
E poi c’è la tua insegnante, la tua preziosa sensei, che mi hai affidato senza neanche pensarci su. Maya, ti accorgi che io sono l’unico tuo legame, adesso?

Novembre
(In vino veritas. Il semaforo è…rosso. Forse)

Un guasto alla macchina, un party noioso in cui tutto ciò che devo fare è “mostrarmi”: e speriamo che qualche attrice non ci provi. Sono in astinenza da quando conosco Maya e ciò sta nuocendo alla mia fama di tombeur des femmes.
Ed ecco che, sotto la neve bianca, come spirito che si erge nel grigiore nascosto, appari tu, ragazzina, armata di un ombrello trasparente con le fragole, abbastanza ampio da poter riparare due persone.
Fa proprio al caso mio.
Tu mi leggi nel pensiero e, constatando il mio stato di difficoltà e l’enorme “dispiacere” a causa del ritardo alla festa, ti offri di accompagnarmi.
Ci incamminiamo piano, mentre quel mentecatto dell’autista caccia fuori metà della lingua per la sorpresa.
Sono Masumi Hayami e passeggio con la mia ragazzina sotto un ombrello da ragazzini.
Ma chi se ne importa?
Tutto è bianco, tutto è puro. Provo a divagare poeticamente, ma tu mi prendi in giro, ricordandomi che sono un dirigente austero e rigido e parlare in modo aulico non è per me.
Sapessi quali pensieri si agitano qui dentro!
Se leggessi dentro il mio cuore, capiresti che per te sarei disposto a mandare tutto a puttane!
Tu non lo sai o non vuoi saperlo.
Ma quella verità viene fuori dalle labbra di un ubriaco, che mi mette una mano solidale sulla spalla e rimarca con ironica gentilezza la differenza di età tra noi, che pur non è un dramma (secondo lui!), ma rende tutto più intrigante.
Quando cala il silenzio, davanti al semaforo rosso che, rossa di rabbia, hai rischiato di affrontare, io ti stringo a me e temo che possa avvederti dell’incontenibile calore che lo starti vicino mi procura. E’ emozione, quella, Maya?
Ti emozioni anche tu, quando ti abbraccio?
O è solo la disperata, muta richiesta del mio cuore?

Gennaio
(più vicini, sì, sempre di più
)
Ho affidato l’incarico di seguirti, Maya, al mio più fidato collaboratore, Karato Hijiri, il dipendente ombra della Daito.
Ed egli si è fatto subito cogliere sul fatto, facendomi venire un collasso!
Dice che non devo preoccuparmi se tu hai scoperto che egli è la mia “mano segreta”, anche perché il suo essere ufficialmente passato a miglior vita mette me al sicuro da ogni sospetto.
Vedo in lui la persona più adatta cui poter affidare la vita a me più preziosa e cara.
E anche le sue parole sono per me una medicina: è come se stesse facendo da ponte tra i miei sentimenti e i tuoi, sentimenti che, da solo, non riesco a sondare con obiettività.
Mi sembra che, negli ultimi mesi, tu si sia avvicinata molto.
E’ come se avessi “dimenticato” il grave episodio relativo ad Haru e ciò mi conforta.
Quel che mi preme, adesso, è farti uscire dalle mura dell’Istituto Itotsuboshi, rimetterti su un palco vero, dove tu possa progredire al fianco di grandi professionisti.
Ora che il tuo marchio d’infamia è stato cancellato, è giunto il momento di tornare.
Per questo, stasera, ti ho offerto di venire a teatro con me.
Ricominciamo da zero, ragazzina, ripartiamo dalla tua rivale e vediamo insieme a che punto è Ayumi Himekawa.

Lo so.
Sapevo che saresti incorsa in uno shock.
Avevo visto la Giulietta di Ayumi prima di te e sono rimasto anche io colpito da tanta grazia e perfezione. La tua storica rivale è davvero un’artista completa e, nelle condizioni in cui sei ora, non sei in grado di superarla.

L’annus horribilis che hai attraversato ha, purtroppo, rallentato la tua corsa verso la perfezione, ragazzina. E capisco quando la tua sensei, senza troppa grazia, ti sbatte in faccia una verità odiosa. Stavolta tocca a me consolarti: giro come un pazzo tra la sala degli ospiti, dove la Tsukikage pontifica misure drastiche per il genio che non vuol venire allo scoperto, e l’anticamera, in cui tu, ancora in lacrime, pensi che Ayumi Himekawa sia ormai irraggiungibile.
Eppure, sotto i suoi occhi, hai appena creato uno spettacolo “inedito” ed assolutamente originale. Nascosta tra “i sacchi di patate” e i ruzzoloni, c’è una allodola con le mani giunte dietro la schiena, che “si alza” sulle esili zampette, ma è impedita di volare.
Sei tu, quell’allodola, Maya.
E ti basta soltanto levarti in volo per tornare avanti ad Ayumi.
Questo lo sa la Tsukikage, lo sa Ayumi, lo so io, ma non tu, ragazzina.
Davvero, davvero il teatro è lo specchio della tua anima, della tua stessa vita.
Non rinunciarvi, perché qualcuno è sempre dietro di te, a sostenere nell’ombra. Splendi nell’arcobaleno, ragazzina, e vedrai che anche quel premio arriverà e la sensei passerà a te la corona della dèa.


Marzo
Hijiri mi ha informato del tuo coinvolgimento nello spettacolo delle Compagnie Tsukikage e Unicorno riunite.
Come al solito, non ho resistito alla tentazione e sono venuto a vedere cosa combini.
Un consiglio manageriale qua, una divagazione là, ho pensato di festeggiare il tuo diploma in loco. Visto che sei stata tanto gentile da mandarmi la tua pergamena, il minimo che possa fare è portarti “fuori”.
Ma è troppo chiederti di uscire a cena. Tu non accetteresti mai.
E allora ti metto di fronte al fatto compiuto.
Questo parco, in cui reciterai il Sogno di Shakespeare, ospita un laghetto delizioso e si può affittare una barca. Così, con la scusa di raccontarti come sta la tua preziosa insegnante, ti prendo di forza e ti “adagio” senza troppi convenevoli sul nostro “vascello privato”.
Finalmente, la smetti di sbraitare e ti godi il sole abbagliante, l’acqua limpida, il tranquillo rumore dei remi che si tuffano ritmicamente sul fondo del lago.
E’ bello stare con te, adesso.
In maniche di camicia, con la luce degli occhi, vedo te, in jeans e maglietta, e mi sembri bellissima, nella tua determinazione a tenermi testa. Vorrei baciarti qui, tanto non ci vede nessuno, ma se ci vedessero, in fondo, non mi spiacerebbe.
Io sono Masumi Hayami e posso permettermi tutto. Sono io il conduttore dei giochi, giusto? Ed è più che naturale che, intorno a me, ci sia solo il meglio.


Il mio Sogno di una Notte di Mezza Estate
Sei rientrata in scena uscendo dalla fitta nebbia in cui eri precipitata, con la mia rosa scarlatta in bocca e il mio cuore ha avuto un sobbalzo.
Che ti succede, Masumi, invidi te stesso, ora?
Sì, mi invidio, perché non è me che ha cercato, lanciando quel fiore dal palco.
Dài vita ad una delle maschere più riuscite della tua carriera di attrice e, stavolta, trovo il coraggio di dirtelo, senza mezzi termini.
E’ finito il buio, vero, Maya?
Ma il mio compito non è finito. Il miracolo di stasera non è sufficiente per arrivare a La dèa scarlatta. E solo io posso spingerti a superare questo limite, separandoti dalla tua compagnia, facendoti imbarcare in una nuova avventura che stupirà me e il tuo pubblico adorante. Mitzuki dice che sono stato io a dirigere i tuoi passi al Teatro Nittei ed è vero.
Però mi brucia. Questo tuo schiaffo mi brucia, Maya, perché lo hai accompagnato con parole che non avrei voluto sentire, parole di stima – subito ricacciate in gola - per me medesimo! Il semaforo perennemente rosso era divenuto giallo ed io, come uno sciocco, non me ne sono accorto.
Ma forse è stato un bene.
Ultimamente, la mia follia d’amore aumenta, sconfinando persino nel lavoro. E se mi lancio verso di te, rischio di nuocerti. Stringerti tra le braccia, essere amato da te è il mio imperativo, ma non posso pensare che la mia seduzione possa portarti a perdere di vista l’obiettivo, Maya. Tu devi essere la dèa scarlatta!


continua!
 
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florianaliuni
view post Posted on 29/4/2010, 21:59




Laura sei un mito...è semplicemente bellissimo. Ho una pelle d'oca così!
non fai altro che scrivere quello che Masumi, dalle tavole della Miuchi, non dice. Non dice mai.
Continua a farci sbirciare dietro la sua maschera di vetro, più dura e più fragile delle mille che indossa Maya.

 
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view post Posted on 30/4/2010, 16:22
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Fine Aprile

I miei sentimenti sono diventati trasparenti.
La fantasia di Mitzuki – come corregge giustamente lei, il fervido intuito – continua a galoppare a briglie sciolte. Io continuo a pensare a quel dannato semaforo e non riesco neppure a prendere la macchina per andare a fare un giretto. Pensare di incappare nel rosso fisso è una tragedia esistenziale, davvero, che ha anche un qualcosa di comico.
Hijiri stesso, come Mitzuki, è diventato un sentimentale e il suo vocabolario si è adeguato alla nuova situazione.
Oggi mi da fastidio ogni cosa. Il rumore prodotto da mio padre che dà da mangiare alle carpe del laghetto antistante la casa, la signora Dojima che mi serve il caffè con puntualità svizzera, la suoneria del telefono di casa, al piano di sotto.
E ora che ti prende, Masumi?
Ti illumini solo se pensi che Hijiri è lì con lei e la protegge come faresti tu?
Cosa c’è di diverso, dagli altri giorni?
E’ un paradosso, ma sapere che i miei due più stretti collaboratori sono al corrente del mio amore per Maya mi fa paura.
Ho paura che, guardando coi loro occhi e usufruendo del loro aiuto, la situazione possa sfuggirmi di mano.
Io riesco a controllarmi meglio quando sono da solo, quando le mie decisioni nascono spontanee alla luce della ragionevolezza dei fatti quotidiani. E se Hijiri mi dice che è con me, sento l’irrefrenabile, euforico desiderio di spaccare il mondo e correre da lei per portarla via.
Non posso farlo. Non posso farlo.


Maggio
(profumo di rose appena sbocciate)

Maya, mentre ascolto la cassetta con la tua voce, che Hijiri ha registrato appositamente per me, sento dentro una emozione intensa, un languore che mi stritola dolcemente.
Mi chiedi di seguirti sempre ed io ti rispondo che “seguirti” è tutto ciò che chiedo alla vita, assieme al sogno disperato di poter essere, un giorno, amato da te.
Hijiri ha un’aria strana, a metà tra l’affranto e il teso. Forse pensa che dovrei sfruttare il tuo coinvolgimento nei riguardi dell’ammiratore delle rose scarlatte per ottenere la stima e l’affetto che, in realtà, Masumi Hayami merita. Cerca di farmi capire questo concetto con velate parole e, se continuo così, col tormento che s’accresce di giorno in giorno, me lo dirà palesemente. E’ un buon amico e si preoccupa con sincerità del destino cui vado incontro.
Ho detto a Mitzuki, giorni fa, che non ho rinunciato ai sentimenti per la mia ragazzina, ma ci sono giorni in cui tutto appare più difficile e pesante. Allora penso che sarebbe meglio seguire il consiglio di Karato e svelarmi, finalmente.
Ma, se mi svelassi, non avrebbe più lo sprone necessario per recitare, mi cercherebbe al solo scopo di trovar conforto, io non potrei più trattenere quel che provo da anni e lei perderebbe la possibilità di brillare di luce propria.
Ci sono tante cose che vorrei dirti, Maya, che devo fare ancora per te.
La parte di Papà Gambalunga mi va stretta, voglio che ogni tuo sorriso sia mio, di Masumi Hayami, ma il tempo non è ancora giunto
Osservo l’orologio e, in un attimo, il mio sguardo si perde lontano, raggiungendo gli studi in cui tu stai lottando per riavere il posto che ti spetta, nel mondo dell’arcobaleno,
Maya, io ti seguirò sempre, sì, ma fino a quando tu seguirai me?
Aspettami, te ne prego!


Sempre maggio
(m’hai fatto degno d’un sì beato riso)

Sei venuta a cercarmi al Gran Galà per la presentazione del nuovo film della Daito. Era un ricevimento mortalmente noioso e tu sei riuscita a vivacizzarlo facendo risuonare la tua bella vocina – che proferiva amabili parole al mio indirizzo – in tutta la hall dell’albergo.
Te ne sono grato.
Stavo bevendo un po’ troppo, divorato dall’ansia per non aver ricevuto tue notizie in merito ai risultati dell’audizione.
Hijiri deve averlo fatto apposta, deve aver dedotto che saresti venuta da me spontaneamente.
E così sei venuta a comunicarmi che le mie “macchinazioni” a nulla son servite, ma, al contrario, hanno giovato alla tua performance recitativa.
Tu non lo sai, ma è proprio quello che volevo, ragazzina!
Ti offro dello champagne e infrango il calice nella fioriera vicina.
Sono davvero brillo e quest’euforia mi dà un inaspettato coraggio: devo avere le mani libere perché, adesso, voglio farti un po’ paura, ragazzina.
E, se qualcuno passa di qui, notando le mie attenzioni per te, penserà che l’uovo d’oro del teatro giapponese “interessa molto” al presidente Hayami.
Tutto procede secondo i piani.
Hai compiuto sedici anni, ma la tua altezza non è variata di un centimetro, dacché ti conosco. Me ne sono reso conto quando ti ho “intrappolata”: la mano sinistra appoggiata al muro, appena sopra la tua spalla, la mano destra che ti teneva ferma per un polso.
I nostri volti erano così vicini che si davano ombra a vicenda ed io ho pensato che quel momento, in cui sembravamo nasconderci l’uno dentro l’altro, sarebbe stato ideale per baciarci.
Voglio un posto in prima fila.
Voglio studiarti bene, Maya.
Ogni tua movenza, ogni tua parola, ogni tuo sguardo, nulla deve sfuggirmi, ché, da questo, dipende la mia attuale beatitudine.
Ti guardo con l’intensità che solo un uomo ubriaco di vino francese e d’amore insieme può palesare, ma tu, dopo un attimo di sospensione, avvampi di collera pensando al mio ennesimo scherzo.
Uno scherzo.
E dire che, se me ne avessi dato la minima occasione, queste mani non sarebbero restate inerti.
Col cavolo, sarebbero restate inerti!
Mi sento la favola del mondo intero, ragazzina.
Uno stuolo di attrici farebbe a gara per fondarsi nel mio letto: ragazze piacenti, disinibite, ricchissime, alcune davvero interessanti e persino colte!
L’unica attrice che davvero mi interessi mi dice ogni giorno che non valgo niente, che non merito l’affetto di nessuno perché la mia stella è malvagia, è un buco nero che divora la materia e tutto ciò che gli si para davanti senza troppa grazia.
Già, Maya, persino le stelle che io adoro guardare nascondono inconfessati segreti e “malvagità” inaspettate, ma esse sono parte della natura e, in natura, tutto è regolato dall’ineluttabile istinto.
Così, ragazzina, io sarò pure il verme che ti ha distrutto la vita già una volta, ma il fato – ne sono certo – non potrà non condurti qui, tra queste braccia.
Vedi? Hai palesato la tua collera, ma te ne resti ancora qui, intrappolata tra le mie braccia.
Dimmi, cosa vuoi che io faccia?
Come reagiresti se io, adesso, ti baciassi davanti al mondo?
In fondo, sono il tuo più devoto ammiratore e, parafrasando quel che ha detto il barman di Shinjuku stasera, gli ammiratori sono talmente pazzi da commettere autentiche follie per arrivare al cuore del proprio beniamino.


Fine Maggio
(I do it for you. Every thing I do)

Riecco ancora la tua natura complessata, Maya.
Così non va bene e le notizie di Hijiri non sono per nulla confortanti.
C’è un solo modo per darti una mano, ora.
Per prima cosa, entro in scena come Masumi Hayami e vengo a farti visita a casa Himekawa, dove sei ospite per calarti meglio nei panni di Ardis, la principessa splendente figlia della primavera.
La mia vista, la sonata al piano che non conosci – ma se vivessi con me impareresti ad apprezzarla! – ti procurano il fastidio necessario per guardarti allo specchio e darti una pettinata ai capelli “ordinari” di ragazzina cresciuta a Yokohama.
Non hai la minima consapevolezza di te stessa e mi lanci contro un libro di consigli di bellezza, che ti sarà pur utile, ma non è quello che ti ci vuole. Se venissi con me, in un battibaleno ti trasformeresti nella donna che vuoi diventare.
Ed io non chiederei altro!
Come ammiratore delle rose scarlatte, invece, mi prendo il lusso di viziarti come più mi piace, coprendoti di regali d’ogni sorta.
E non delego nessuno; annullo ogni impegno del pomeriggio per correre a svaligiare le boutique d’alta moda del Centro. Acquisto tutto quel che può servirti: abiti da sera, borse, scarpe, vestiti per ogni occasione.
Conosco le tue misure a memoria, il tuo piccolo corpo è come una carta geografica ben nota, anche se non ho ancora avuto il piacere di esplorare alcunché.
Passo anche da quel negozio di biancheria intima in cui ho visto un completino semplice, come sei tu, che ti starebbe d’incanto. Quel pacchetto però, non ti sarà consegnato adesso.
Tutto a suo tempo, Maya.
Ho atteso tanto, aspetterò ancora. Non può essere un regalo dell’ammiratore segreto. Questo è un regalo mio, dell’uomo che ti ama.
E, poi, a coronamento di tutto, mi concedo una serata al ristorante con la mia ragazzina vestita, finalmente, da donna. Purtroppo per me, non è Masumi ad invitarti, ma l’ammiratore delle rose scarlatte.


Ristorante dal cuore infranto?
(che canzone del cavolo!)

Hai indossato il vestito rosa e ti sta d’incanto.
Sorrido tra me, Maya, e penso che sei così semplice che ti vergogni persino di te stessa.
Mi chiedi cosa faccia io qui e, constatando che il tuo amato donatore di rose, non verrà, mi regali le tue lacrime tristi, che infrangono il mio cuore per l’ennesima volta.
Tu non te ne accorgi, ma se potessi, in questo istante, stritolerei la spalliera della sedia cui mi sto appoggiando per darmi una calmata.
Difficile.
Tutto è sempre più difficile.
Ti dico che sono venuto a cenare con delle attrici, ma nessuna gelosia traspare dal tuo volto (dannazione!).
Ed ecco che, a rompere la tensione improvvisa, arriva l’ospite d’onore, la signora Kitashirakawa, un soprano molto famoso, che ha dominato il panorama lirico internazionale per oltre vent’anni. Ed ha interpretato la versione lirica de Le Due Regine.
Tu pensi per un attimo che la signora sia l’ammiratore, ma ella ti spiega che ha semplicemente risposto ad un invito cortese, firmato proprio dal donatore di rose, che le chiedeva con estrema gentilezza, di venire a conoscerti.
Mando al diavolo l’appuntamento con le attrici e ordino ai camerieri di aggiungere un coperto.
Questa serata è mia.
Tu indossi il vestito che ho scelto con le mie mani e voglio godermi la tua vista incantevole.
La signora Kitashirakawa è una boccata di ossigeno per la tua indole indecisa e complessata.
La sua intelligenza sottile ti porta, finalmente, a carpire il segreto di una buona interpretazione, che sta nel convincersi di “essere davvero” una tal persona.
Grazia, eleganza, cultura, delicatezza, sono cose che si acquisiscono con facilità negli ambienti raffinati, sedimentano la predisposizione e, in tutto questo, la certezza di poter riuscire gioca un ruolo determinante.
Io scompaio, come è giusto che sia.
Ma, questa sera, non c’è amarezza in me.
Spero con tutto il cuore di esserti stato utile, amore mio.


continua...

Ringrazio Flo dei complimenti! L'anno scorso ero molto ispirata... :ombrello: :ombrello: :ombrello: :ombrello:
 
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florianaliuni
view post Posted on 4/5/2010, 20:20




Laura, quando continua?? questa è la mia fanfic preferita!!Posta presto!!
 
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view post Posted on 5/5/2010, 19:10
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Subito!

Ad una richiesta così come si può dir di no?
Grazie, mia cara!


La prima de Le due Regine
“La settima fila di fronte al palco, è un buon posto” mi sono detto guardando il tuo normalissimo invito, recapitato proprio il giorno della prima.
Alla buon’ora, Maya, ti sei fatta attendere.
Proprio non riesci a pensare a me con un po’ di tenerezza!
Ed eccomi qui, in abito scuro, inchiodato alla poltrona, pallido di tensione. La tua genialità, la tua maschera, verrà abilmente indossata, ma il ruolo di oggi mi impensierisce un po’.
Dura solo un istante.
Quando entri in scena, vestita di broccato, coi capelli lasciati andare in morbide onde, mi sento sciogliere.
Non sei mai stata così bella.
I raggi del sole di primavera, il tepore nell’aria, questo riesce a creare la tua maschera di vetro!
Onodera, seduto accanto a me, non riesce a commentare e ho intravisto Mitzuki, che, per carpire la mia reazione, rischiava di buttarsi giù dal palco.
Anche io sono sconvolto.
Dov’è la ragazzina di ieri?
Maya.
Sei cresciuta, finalmente.
Non è solo Ardis, non è solo grazie ad Ardis.
Sono lontani i tempi in cui la mia mente scavalcava agli anni per provare ad immaginarti donna.
Sei donna.
E ciò mi delizia e mi inquieta.
Mi inquieta perché, se prima eri affascinante, ora sei irresistibile e temo che non solo io possa essere sensibile al tuo fascino.
Già, non solo io. C’è quel Sakurakoji, alla prima.
Già il pensiero che sia venuto dietro tua esplicita richiesta, mi imbestialisce.
E poi, anche lui.
Non è più il bambino coi golf colorati, deve avere diciott’anni, adesso, ed è alto quanto me, le sue spalle si sono allargate, il suo sguardo si è fatto penetrante.
In che modo ti guarderà? Quali pensieri si agiteranno nel suo cuore? Quali desideri?
Se fossero uguali ai tuoi, come reagiresti Masumi?
La sigaretta mi si spegne tra le dita, rischio di bruciarmi, ma non me ne accorgo neanche. E’ più intollerabile immaginare il suo desiderio di te, ragazzina!
Sei cresciuta.
Senza che me ne rendessi conto.
Senza che me ne rendessi conto.

La tua interpretazione, Maya, è stata un successo e, a dispetto di quanto pensano i denigratori di sempre, la tua luce non è stata divorata dalle tenebre della pur eccellente Ayumi.
Questo spettacolo è stato meraviglioso ed io, Masumi Hayami, sono in debito con te di una gran quantità di rose…scarlatte.
Cerco di mascherare dietro una battuta cretina la mia emozione e sparisco dietro le quinte, lasciandoti, rossa in viso, nelle mani di Mitzuki, mia esecutrice materiale. Sarà lei a disporre che tutto il foyer sia adeguatamente riempito dei fiori che preferisci.
E del colore che preferisci.
Vorrei proprio sapere che colore sceglierai per me.



Fine Agosto
(l’autunno arriva in piena estate)

Bastardo!
Non ti è stato sufficiente plagiarmi a tua immagine e somiglianza, Eysuke Hayami?
Adesso cosa vuoi fare?
Combinare il matrimonio del secolo?
Ed io, come uno sciocco, perché non ti ho detto che sono innamorato?
Forse, se l’avessi fatto, se fossi stato più deciso, tu non mi avresti costretto a guardare quella foto.
E’ una donna incantevole, ma mi fa venire i brividi.
La mia carne, le mie ossa, la sentono estranea.
Ho un moto di nausea incontrollabile, come qualche anno fa, quando mi portavo a letto le attricette senza alcun valore interiore.
Non potrei.
Ora come ora non potrei neppure pensare di entrare in un letto che non sia il tuo, Maya.
La mia passionalità mi stritola, parimenti il tono di questo “padre” che non ammette regole.
Cosa devo fare?
Cosa posso fare?
E se Eysuke mi obbligasse?
Prendo la macchina e raggiungo la tua povera casa.
Maya, sento le felici risate tue e delle tue amiche ed io me ne sto qui, incollato alla portiera, con la morte nel cuore.
Dimmi che c’è una speranza, te ne prego!
Se lo farai, andrò contro il mondo intero!


Redlight, always.
Ho un macigno enorme sul cuore e non posso più attendere.
Devo sapere. Tu devi sapere.
Ti mando un biglietto anonimo con un invito a teatro.
E’ un’esca succulenta, so che accetterai.
Anche gli attori sono di prim’ordine e, conoscendoti, non farai neppure caso al fatto che il dramma è rappresentato in uno dei miei teatri.
E, infatti, ti trovo già seduta nella poltrona S che ho riservato per te, intenta a leggere la trama di Anna Karenina.
Non ti accorgi neppure che sto prendendo posto accanto a te.
Solo un tuo sguardo distratto palesa la mia presenza ed il tuo fastidio è subito manifesto.
Maya, sono stanco.
L’aut-aut di Eysuke mi fa riflettere seriamente sul futuro.
Andare avanti per la mia strada o aspettarti?
Il mio sangue fluisce rapidamente nelle vene solo sfiorandoti la mano.
Ho paura, non riesco a lasciarla. E più mi implori di mollarla, più la stringo con disperata determinazione.
Trascorrerai del tempo con me. Sì, forse ti ho un po’ costretta, ma ciò non conta.
Lo spettacolo inizia: dalle prime battute capisco che io sono tornato ad essere un’ombra.
E’ l’effetto che ogni spettacolo produce su di te: ti immedesimi, parteggi per l’eroina tragica, che studi in ogni sua movenza, soffri con lei, finisci per commuoverti.
Ho come l’impressione che il tempo sia trascorso a velocità esponenziale. Lo spettacolo è terminato, ma tu ti schiodi dalla poltrona a fatica.
Io ti guardo con affetto, mentre ti domando dove avresti piacere di andare.
Mi proponi una pasticceria di Shinjuku, mèta di studentesse underdiciotto, che, fortuna per me, è aperta ai fumatori.
Ti rimpinzi di dolci, trangugi un succo di frutta dietro l’altro, mentre io riesco solo a mandar giù un caffè nero, che mi chiude in una morsa dolorosa la bocca dello stomaco.
La tua spontaneità è deliziosa.
Non trovo alcuna artefazione, in te; non ti curi neppure se panna e cioccolato ti si sono attaccati ai lati della bocca. Volentieri io, se me lo chiedessi, ripulirei quel viso da monello con uno, due, cento baci.
Non credo di aver mai baciato una donna che sa di cioccolato.
Le “mie” attrici mangiavano ostriche e bevevano champagne. E adesso ho un autentico rigetto per tutto ciò che è sofisticato.
Preferisco un gelato o un dolcetto colorato di rosa o una cola alla spina.
Che ti prende, Masumi?
Ora ti metti anche a fingere che il tempo non sia mai trascorso per te?
Eppure sai bene che non è così.
Però oggi è la tua “grande occasione”.
Non sei forse riuscito a convincere la ragazzina a trascorrere del tempo con te? Allora ti godrai questa parentesi senza pensare.
Se poi riuscirai a dirle anche chi sei, a spiegarle che ogni cosa – anche la più spietata e mal riuscita – è stata fatta per il suo bene e lei ti crederà, allora sarai a cavallo!
Potrai dare il via ad un corteggiamento selvaggio: la tua solitudine sarà un triste ricordo e non vorrai più saperne di matrimoni combinati con ragazze dell’alta società.

I piedi ci conducono nel luogo che, quand’ero poco più che un ragazzino, raccoglieva le mie lacrime rabbiose: il planetario. Nessuno sa che, in questo posto, le sberle di Eysuke si trasformavano nelle carezze della mia cara madre passata, purtroppo, a miglior vita
Qui venivo a sognare quel che lo smog mi impedisce di vedere ad occhio nudo da un ventennio a questa parte.
Maya, tu, vent’anni fa, non eri neppure nata.
Non hai mai visto stelle come queste e, oggi, le guardi con me.
Ho visto, sai?, il tuo turbamento. Eri talmente soggiogata dalla vista incantevole del cielo da perdere l’equilibrio. Io, qualche passo indietro, ti ho subito sorretta, ma non solo quello avrei desiderato fare…

Dopo il planetario, la visita alla fiera del tempio di Goro.
Da bambino, amavo molto l’aria di festa che si respirava qui. La mamma mi comperava mele candite e caramelle. Un sapore che, ancora oggi, a dispetto delle prelibatezze che mi vengono servite, ricordo benissimo.
Tu mi chiedi di acquistarti dei graziosi oggettini ed io ti accontento.
E’ raro che io possa viziarti come Masumi Hayami.
La cosa mi piace, così come mi piace mettermi a cercare la mamma di un bambino che si è smarrito.
E’ bello che io e te si cammini fianco a fianco assieme al piccolo Ken.
Mi illudo per una manciata di minuti che voi siate la mia famiglia e mentre tu – te lo leggo negli occhi – ti chiedi chi io sia veramente, ti strappo di bocca la trombetta che stai suonando, perché mi è venuta voglia di imitarti e perché, da troppo tempo, non gusto il sapore delle tue labbra e ne sento un’insopportabile nostalgia.
L’infantile trastullo sa ancora di cioccolato.
Con la coda dell’occhio ti vedo arrossire, mentre porti la piccola mano all’angolo sinistro della bocca e penso, amore mio, che se tu avessi la minima idea della portata del mio desiderio, fuggiresti lontano un miglio.
O, forse, no.
Le stelle sono sempre stelle, Maya, e splendono a dispetto dello smog o delle nuvole. Tu sei come una di quegli astri, il più luminoso, e se io, adesso, ti prendessi tra le braccia e ti portassi via, forse, davanti all’evidenza, riusciresti a capire, finalmente, quanto io ti ami.
Stanotte, e tutte le notti a venire, vorrei trascorrerle perso nei tuoi abbracci, ubriaco di baci al cioccolato.

Poi, mentre ceniamo insieme ed io prendo il coraggio a quattro mani per rivelarti chi sono, arriva la terribile notizia: Chigusa Tsukikage è scomparsa.
Pare sia andata a curarsi in una località sconosciuta e non perdi occasione per prendertela con me, che dovevo vegliare su di lei proprio perché tu, Maya, me lo avevi domandato.
Cosa fare, allora, se non calare la testa rassegnato?
Dici che non potrai mai perdonarmi ed io ti credo , Maya.
Una rosa scarlatta appassisce lenta fra le mie dita, mentre torno a buttarmi a capofitto nel lavoro e compio il mio destino accettando un incontro a scopo matrimoniale con la signorina-bene che avevo giurato di non volere vedere neppure in foto.
Shiori Takamiya, Maya!
Una bellissima, coltissima, ricchissima donna dell’alta società. Si divide tra la musica tradizionale giapponese e la coltivazione delle orchidee.
Un fiore costoso, intrigante quanto basta, ma certamente “più facile” da tenere in mano rispetto a una rosa scarlatta.
Una rosa scarlatta - come sei tu, Maya - innamora, profuma di passione, strazia le carni e le fa sanguinare. Le sue spire, se non adeguatamente disciplinate, si espandono libere e in maniera tale da soffocare qualcosa cosa incontrino.
Non hai fatto forse così, con me, ragazzina? Tu e la tua “finta” semplicità che cela quel genio irresistibile ai miei occhi…
Shiori Takamiya sarà certamente una donna più semplice da gestire.
Mi concederà qualsiasi cosa io le chieda e dovrò essere gentile con lei, perché, da quel poco che ho visto, la sua delicatezza non è solo una “questione di testa”, ma anche di fisico: ha una forma di anemia abbastanza aggressiva, che le provoca malori e mancamenti, soprattutto quando è stressata.
Mio padre dice che sarà difficile che io abbia bambini da lei, ma pare non preoccuparsene.
Infatti, ciò che conta, allo stato attuale, è lo sponsor del gruppo Chuo, di proprietà dei Takamiya.
E poi Shiori ha fratelli con figli.
Basterà un’altra adozione “mirata” e la famiglia Hayami avrà ancora un “degno” successore.


Ordinary Life.
“Le auguro di essere felice!”
Penso di essere arrivato alla frutta.
La disperazione che il non averti comporta non mi fa vedere neppure ciò che è evidente. Forse sei gelosa davvero, ma io ho paura di illudermi ancora.
La mia liaison con Shiori continua, sebbene il fidanzamento non sia ancora ufficiale.
I giornali ne parlano; l’ambiente che frequentiamo ne parla, Maya.
Ed è facile che tu abbia “saputo”.
Frattanto, prepari il tuo prossimo spettacolo, da cui dipende l’eventuale, futuro coinvolgimento ne La dèa scarlatta.
Sarai Jane, una ragazza lupo, in Lande Dimenticate.
L’uomo che ti dirigerà è geniale quanto te. Non a caso ti ha scelta. Ho voluto incontrarlo per rendermi conto del suo effettivo valore.
Mi preoccupo di tutto quel che concerne la tua carriera artistica per non pensare al resto, Maya.
Come evito di pensare al fatto che il tuo partner, nel ruolo dell’antropologo Stewart, è proprio quel tuo “primo amore cresciuto” che ho incrociato alla prima de Le Due Regine.
I miei collaboratori vi hanno visti dentro un fast-food, ma, al momento, non me ne curo.
La rosa che hai visto in quel locale, Maya, non è scarlatta.
Te lo ha detto anche lui, rimarcando che era una banale luce blu a farle assumere quel colore.
Ragazzina, io so che le rose scarlatte non ti porteranno mai da Yuu Sakurakoji.
E questo ultimo, disperato appiglio mi conforta.


Orchidee di serra.
La mia casa è letteralmente invasa dal profumo dei fiori che la mia aspirante moglie mi ha fatto recapitare.
Fiori coltivati con le sue mani.
Che persona meravigliosa!
Quando, l’altra sera, l’ho stretta a me, sulla pista da ballo, ho subito capito che, per quanto vicina a me con gli anni, non ha alcuna esperienza in fatto di uomini.
Forse io sono il primo che si avvicina così tanto a lei.
A differenza di te, Maya, che hai già “conosciuto” le mani di Sakurakoji e Shigeru (il diavolo se li porti!).
E’ proprio una bellissima donna, Shiori Takamiya, e fare l’amore con lei non mi dispiacerà.
Questa constatazione mi fa sorridere, sebbene sia nata come al solito, dall’inevitabile confronto con le emozioni che mi dài tu, ragazzina.
Eysuke mi chiede di questo “miracolo al femminile” ed io non ho alcun problema a parlargliene, anche perché Shiori – è un dato di fatto - non mi è entrata nel sangue; sento che non mi appartiene e nessun intimo segreto sussiste tra noi.


Presents

Ho avuto un moto di nausea ed ho reagito come al solito, perché, da quando ti conosco, laddove è la disperazione è anche la mia unica gioia.
Tu mi struggi il cuore, lo calpesti, ma sei anche l’unico motivo per sorridere ancora alla vita.
E così torno ad inviarti dei fiori e stavolta li accompagno ad un beauty case personalizzato. Il tuo nome è inciso su una targhetta d’oro.
Il tuo donatore di rose non ti abbandona, Maya, non potrebbe mai.
La sua promessa è sacra come il vero amore.


Don’t forget me!
Maya, te ne rendi conto?
Tu non sai che io sono il tuo ammiratore, ma il tuo spirito, misteriosamente, ti guida a “regalarmi”, attraverso Hijiri, qualcosa che ricordi a me, Masumi Hayami, che tu esisti ancora.
“Continua a seguirmi sempre!”
Come se ci fosse bisogno di ribadirlo!
La carriera costellata di successi, che, con fatica, hai costruito e che io seguo da anni, è racchiusa tutta in questo semplice album con le foto di scena.
E subito mi accorgo che non v’è nulla, in esso, delle artefatte, bellissime orchidee di Shiori Takamiya.
L’hai vista, finalmente.
Cosa hai pensato, quando ancora una volta, inspiegabilmente, mi hai augurato di essere felice?
Io, ragazzina, le stelle le ho viste solo con te e non penso proprio di tornare a vederle con lei.


La speranza nasce dalle rovine.
La sala Ugetsu sarà il luogo del tuo rilancio.
Un teatro fatiscente privo persino di poltrone a sedere.
Non un solo membro dell’Associazione Nazionale per lo Spettacolo sarà invogliato a venire.
A meno che io non intervenga.
In tre giorni, trasformo quel luogo degradato in un posto accogliente.
I posti a sedere non sono molti – è pur sempre un piccolo teatro – ma, se reciterai bene, sono certo che il tuo spettacolo sarà replicato ad oltranza, Maya.
Cogliere quell’uno per cento di possibilità spetta a te.
Io sarò lì, se mi inviterai. Come ammiratore delle rose scarlatte e, soprattutto, come Masumi Hayami.
Tu non lo sai, ma ci verrò in ogni caso.
E non accetto la tua gentilezza: no, non porterò mai Shiori a vedere un tuo spettacolo perché, almeno qui, tra le mura di questo luogo fatato abitato dalle tue mille maschere, voglio essere solo, libero di sognare e di sognarti.

It’s too late, baby.
Caro Hijiri, compagno fedele di riflessioni notturne, la tua preoccupazione mi commuove così tanto!
Ma non è sufficiente a far da balsamo, stavolta.
E sentire di nuovo la voce di Maya, limpida, sincera e cristallina, incisa su un nastro, riapre l’antica ferita.
Non ho il coraggio di parlarti apertamente, ragazzina, perché il terrore che tu possa rifiutarmi, che io non ti possa stare vicino neppure come ammiratore, mi incatena qui, in questa darsena.
E le onde che si infrangono piano sulla spiaggia mi rimandano l’immagine dolce di qualcuno che sta aspettandomi e che, mio malgrado, non sei tu.
Persino mio padre ha iniziato ad “interessarsi” a te ed ha voluto incontrarti.
Da allora, non fa altro che ribadire che la tua passione è identica a quella di Chigusa Tsukikage, “la sua dèa scarlatta”.
Già.
Deduco che abbia capito che tu, Maya, appartieni a me quanto la signora in nero appartenga a lui
La sua perspicacia mi è molesta.
Non gli ci è voluto molto per capire che tu, con Shiori, costituisci “l’altro oggetto del mio interesse”.
Per fortuna, non ha capito ancora che quell’oggetto, in realtà, è solo uno.
Mentre sei via, tra le montagne, alla ricerca della maschera della ragazza col cuore del lupo, io continuo la mia maldestra interpretazione di uomo innamorato, uscendo con Shiori, una donna che sarà pur modesta e riservata, ma non ha alcun problema a far trasparire le sue emozioni e il suo trasporto nei miei riguardi.
Credo che mi desideri e molto anche.
Quel braccio stretto attorno al mio mi strangola.
Mi fa mancare l’aria.
E’ perché non sono libero di vivere i miei sentimenti per Maya o Shiori sta facendo sia la mia che la sua parte al punto di annullarmi?

Spring Typhoon
E’ stato un bello spettacolo, davvero, quello che hai messo in scena dopo la prima di Isadora.
Ed anche il mio ruolo di ingrato comprimario non ha tradito le tue attese e, in un certo senso, le attese di tutti.
Con una pubblica dichiarazione di odio imperituro, accompagnato da un morso sulla mano così “realistico” da lasciarmi il segno, sei riuscita ad attirare l’attenzione dei membri dell’Associazione Nazionale per lo Spettacolo, che hanno così promesso di inserire nei calendari delle opere a concorso il tuo Lande Dimenticate.
Ho cercato rifugio sul terrazzo dell’ultimo piano, quello con vista diretta sulla valle dei neon, e, subito, sono stato raggiunto da Shiori, la quale, senza neppure guardarmi negli occhi, ha avvolto la mia mano offesa nel suo fazzoletto di pizzo.
“Le ferite non vanno mai sottovalutate” dice semplicemente.
Mi sono limitato a fissarla esterrefatto.
Tanta abnegazione è propria di una persona attenta e Shiori mi sembra abbia intuito qualcosa dei miei sentimenti per Maya.
Quel suo non approfondire è dettato dalla paura di avere conferme riguardo ad una verità per lei scomoda o è, più semplicemente, indice di discrezione?

Quell’episodio ha avuto vasta èco. Del resto, la tua genialità era supportata dalla mia figura di manager in vista.
Siamo stati una coppia formidabile ed ora tocca a te e al tuo gruppo.
Ho voluto incontrare il tuo regista al chioschetto di Shinjuku in cui ho sempre desiderato portare Coichiro – senza riuscirvi – e mi sono accorto che anche Kuronuma è un genio dai molti complessi. Rimane sconvolto, apprendendo che sono assai bene informato su tutta la sua carriera - altalenante a dire il vero - a causa del suo carattere un po’ bizzoso.
Lui è come te, Maya: è uno che, sul palcoscenico, non accetta compromessi e lavora come coscienza gli detta senza curarsi del guadagno.
Noto che ha bisogno di un incentivo e, del resto, negli affari io calcolo tutto al millesimo: così accenno alla regia de La dèa scarlatta.
Se Ryuzo Kuronuma saprà abilmente dirigerti e tu vincerai un premio al Festival delle Arti, insieme potrete dar vita a un altro spettacolo, ancora più grande.
Non posso neppure pensare di affidarti alle mani di Onodera.
Del resto, lo stesso Kuronuma ha detto di volere lavorare con te dopo avere visto Le Due Regine: a quanto pare, la Himekawa non deve averlo colpito più di tanto.
Non so quale sia il motivo e suppongo sia lo stesso per cui io apprezzi maggiormente il tuo modo di recitare rispetto a quello di Ayumi.
Dal punto di vista tecnico, come ogni persona che vive solo del proprio genio, non sei all’eccellenza, ma il tuo modo di arrivare al cuore degli spettatori non ha pari.
Non dimenticare, ragazzina, quello che hai operato in me, dal primo minuto in cui ci siamo incrociati davanti al teatro Daito. Io, l’affarista senza scrupoli, sono stato trasformato nel fervente e innamorato ammiratore delle rose scarlatte.
E’ passione vera, Maya, quella che porta gli individui a cambiare rotta d’improvviso, ad accorgersi che il passato, per quanto supportato da anni di conferme, può essere una mistificazione.
Non so ancora cosa fare della mia vita, è vero.
Forse non starò mai con te: Shiori, dacché si trovava all’orizzonte, si è avvicinata piano a queste rive.
Però sono certo che, qualunque cosa accada, non tornerò mai ad essere quello di prima.
Per adesso, cerco di godermi la libertà di venire a vederti a teatro senza dover dare spiegazioni a fidanzate o mogli.
Il tifone annunziato dalle previsioni meteo non si è fatto aspettare e così mi avvio, ragazzina. La tempesta cerca di frenare il mio cammino, ma nessun albero caduto, nessun chicco di grandine può fermarmi.
Ha promesso. L’ammiratore ha promesso. Ma anche Masumi Hayami l’ha fatto e “noi” onoriamo sempre le promesse.
Dèi, vi sfido!
Quando tutto sembra perduto, tra le luci che si abbassano a causa della bassa tensione e il palco vuoto, scorgo te, ferma al centro del corridoio principale.
Fissi sconsolata le poltrone vuote e forse pensi che è tutto finito e che la dèa è, ormai, una chimera.
Ma poi metti a fuoco qualcosa.
Vedi questa montagna d’uomo che scende piano le scale, bagnato da capo a piedi, e mi vieni incontro.
Non devi distrarti ed io ti tratto con apparente noncuranza: sono lì per vedere un dramma, non te in quanto persona.
Il messaggio è chiaro, ma, stavolta, tu non sei convinta del tutto.
Ho un moto di apprensione.
E, nel contempo, sono deliziato da questo ennesimo appuntamento a due.
Maya, stai recitando solo per me, questa sera!
Su un palcoscenico ridotto all’osso, con la determinazione di chi pensa solo ad indossare la maschera del lupo dalle fattezze di donna, mi sfidi, mi chiedi ancora di guardarti.
Devi, devi aver capito che c’è sotto qualcosa, che non posso essere qui semplicemente perché sei un giocattolo commerciale.
La tua recitazione è eccellente ed anche i tuoi compagni brillano. Sakurakoji ti sfiora il viso con le mani ed io sono talmente geloso da stringere gli occhi fino a ridurli a due fessure. Le mani stringono il bracciolo della poltrona: qualche addetto del teatro si accorgerà, a spettacolo finito, che ho lasciato lì le mie unghie.
Non è proprio possibile, per me, pensare che qualcun altro possa toccarti.
Un vetro si frantuma, la luce va via.
Fuori la tempesta imperversa, ma la cosa non ci interessa, è così, ragazzina?
Tu mi stai portando nel tuo mondo dell’arcobaleno e non importa se lo fai per deliziarmi o per farmi ricredere, spinta dalla passione o dall’odio.
E’ bellissimo vederti recitare nelle tenebre, illuminata solo dalle torce. Si percepisce la solitudine del cuore di Jane ed anche la mia, Maya. Una solitudine così evidente da fendere le tenebre.
Al termine dello spettacolo, complice la luce ancora tenue, ricaccio indietro la commozione per regalarti sorrisi ed applausi.
Sei stata magistrale, ragazzina.
E adesso cosa fai?
Vieni anche a ringraziarmi? E ti preoccupi che io possa star male perché, per due ore, sono rimasto seduto coi miei abiti fradici senza muovere neanche un muscolo?
Prendi il foulard azzurro che hai annodato il collo e inizi ad asciugarmi i capelli. Ti alzi sulle punte dei piedi e, per non perdere l’equilibrio, poggi la mano sinistra sulla mia spalla.
Mi si chiude la gola ed anche il mio sguardo si fa confuso.
Maya, davvero, io adesso vorrei, come quel giorni, nella mia villa di Nagano, stringerti a me. Ma, stavolta, non mi fermerei.
Perché oramai sei cresciuta, ragazzina, e la mia passione, se tu mi assecondi, non riesco più a trattenerla.
Deve essersene accorto anche quel Sakurakoji, che viene prontamente a portarti via, dopo aver visto che io ti tenevo languidamente la mano.
Sì, oggi è cambiato qualcosa, Maya.
Tu mi hai guardato con occhi diversi. Il tuo tocco delicato lo sento ancora qui, sulla mia testa.
Devo calmarmi, devo andarmene da qui.
Adagio il foulard su una poltrona e scappo mentre il tifone ancora imperversa.
Peccato non sortisca l’effetto di una doccia fredda. Al contrario, amplifica il mio desiderio di te. Faccio uno sforzo sovrumano per non tornare a prenderti.



continua..................
 
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florianaliuni
view post Posted on 5/5/2010, 20:06




sigh........povero Masumi........bravissima come sempre Laura, aspetto il seguito!
Oggi sotto la pioggia mi è venuta un'idea...pensavo di non voler scrivere una fanfic per non aggiungere altri "what if..." alla lunga serie (e in effetti questa FF mi piace, Laura, proprio perchè non è un "what if...")...ma credo che farò uno strappo a questa mia regola...vediamo come mi viene poi nel caso la posto...

Buona serata!
 
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Emer Kenobi
view post Posted on 6/5/2010, 21:42




Ogni volta che so che sta per arrivare un momento fondamentale della storia tra i due bradipucci, mi emoziono pensando a come lo rendi in questa magnifica ff, facendoli rivivere con i pensieri di Masumi! l'appuntamento, la scena del foulard soprattutto!

che emozione! magari masumi fosse davvero tornato dentro e preso maya tra le braccia...
 
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Yayoi
view post Posted on 6/5/2010, 21:57




"La mia passionalità mi stritola...."

E' la mia frase preferita. :imbarazzo:
In una frase così corta e così semplice esprimi tutti i tormenti di questo uomo.

Attendo il seguito...
Buona serata dear.
 
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florianaliuni
view post Posted on 9/5/2010, 17:04




Laura dove seiiiiiiiii.......
 
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view post Posted on 9/5/2010, 19:11
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Scusate il ritardo mostruoso...periodo incasinato...lavoro un sacco!

La fenice
Chigusa Tsukikage e Maya Kitajima, le due dee scarlatte, rappresentano l’altra faccia della medaglia di Eysuke e Masumi Hayami.
Siamo tutti e quattro ossessionati e, in maniera diversa, passionalmente presi l’uno dall’altra.
La signora in nero odia mio padre per ovvii motivi ed ha uguale avversione per me, che cerco di strapparle i diritti di rappresentazione con la stessa determinazione mostrata da Eysuke in passato.
Maya ha un grande sogno, che è quello di impersonare la dèa, ed odia me, che l’ho privata della famiglia e continuo a far del male alla sua preziosa insegnante.
Sia io che mio padre, invece, amiamo queste due donne incondizionatamente.
Sia io che mio padre saremmo disposti a fare di tutto per avere il loro amore, ma sortiamo solo l’effetto di creare distruzione.
Shiori ha ascoltato la mia telefonata, quando eravamo al ristorante. Ho urlato a Coichiro di usare qualsiasi mezzo possibile per bloccare la Tsukikage. Solo la Daito di Masumi Hayami deve riportare il capolavoro scomparso sulle scene. La mia Daito! E con la dèa che io sceglierò!
La signorina Takamiya spiava da dietro una tenda.
Mi chiedo cosa abbia pensato, ma non mi curo del suo eventuale giudizio. Se capisse cosa c’è dietro, denari a parte, mi farebbe un favore. Se ne andrebbe di sua spontanea volontà ed io avrei un senso di colpa in meno.
La determinazione a vivere fino alla nuova rappresentazione conferisce a Chigusa Tsukikage un che di soprannaturale.
Ci siamo ritrovati tutti intorno al suo capezzale – mancava solo Eysuke, che si crogiolava in casa nell’usuale rabbia dolorosa – ed il copione non è cambiato: amore contro odio; determinazione contro sconfitta.
Se mi odi davvero, Maya, perché prendi questo caffè bollente dalle mie mani? Hai cercato di rifiutarlo, ma non eri ostinata come al solito.
Stai forse pensando ancora a Lande Dimenticate?
Io ci penso sempre, Maya, ogni giorno, ogni minuto. Il ricordo di quel tocco delicato della mano sui miei capelli mi dà ancora i brividi.


And the winner is…
Ce l’hai fatta! Il primo premio per il teatro dell’Associazione Nazionale per lo Spettacolo è tuo, Maya!
Sono felice! Felicissimo!
Il tuo sogno si sta avverando piano.
Mi guardo dentro e constato che sono passati sei anni, ragazzina, dal giorno in cui ti ho conosciuta. Hai compiuto diciannove anni, mentre io, tra un mese, ne festeggio trenta.
Le distanze, ora, non mi sembrano così incolmabili.
Come diceva Mitzuki, ai tempi del mio iniziale vaneggiamento, hai ormai raggiunto l’età giusta per amare e per interpretare il primo, vero dramma d’amore.
La dèa, Maya!
Chiudo l’ennesimo capitolo delle tue avventure teatrali con un mazzo di rose scarlatte. E il biglietto che allego è il primo passo falso che abbia mai commesso in tutta la mia vita, ché tu inizierai decisamente a guardarmi in modo diverso, anche se io non lo so ancora.
E mi ostinerò a non sapere fino alla fine, rischiando di rovinare per sempre le nostre vite.
Ma qualcosa avrebbe dovuto suggerirmi quel cambiamento!
La notte della premiazione, per la prima volta dopo anni, sono tornato a sognare mia madre e, con lei, ho ripercorso tutta la mia vita, dal mio arrivo a casa Hayami fino all’adozione.
Un flashback dietro l’altro: l’episodio del laghetto, il matrimonio della mamma con Eysuke, il trenino rotto, la scoperta della stanza segreta del mio patrigno, la morte di mamma, il rapimento. E poi ancora l’adolescenza triste e solitaria, gli anni di Harvard e il ritorno qui. Ero appena stato eletto presidente della Daito e sei entrata nella mia vita, ragazzina.
Quando mi sono risvegliato, ho capito che non si trattava di un semplice sogno o di episodi di coscienza rimossi: era un insondabile segnale del tuo mutamento.
E così i passi mi hanno condotto al cimitero dove riposa tua madre.
Un altro passo falso di cui non ho ponderato la portata.
Mi sono vestito a lutto, come solo uno di famiglia è tenuto a fare, deponendo sul simulacro rose scarlatte.
Rose scarlatte per colei che ha portato in grembo la più preziosa fra le rose scarlatte: tu.
E ho ribadito la muta richiesta di perdono all’indirizzo di Haru, sacrificata sull’altare del business dietro il pretesto di far brillare sua figlia.
Non sono riuscito neppure a trattenermi dal venire a farti un saluto, Maya.
Lontana dei mesi, per preparare la tua dèa sotto la supervisione della folle Tsukikage!
Come sopportare questo tempo grigio, privo del tuo sorriso solare, foss’anche ironico, nei miei riguardi?
Ti ho augurato buon lavoro e tu mi hai detto che reciterai solo per il tuo ammiratore.
Perché, quel giorno, non ho capito cosa nascondevano le tue parole?
Perché non ho colto la passione che, malamente, trattenevano?

Giugno.
Non doveva succedere. Non adesso, dannazione!
Proprio mentre prendevo una drastica decisione, tenendo il fermo proposito di non cedere Maya a nessuno, divorato da una gelosia lacerante – benché solo eventuale – è arrivata lei, Shiori Takamiya, col suo abitino a fiori d’alta sartoria, le scarpette col tacco alto.
Bellissima, ma quanto mai inopportuna!
E, fra le lacrime, ha detto che mi ama, che vuole la mia risposta presto, subito!
Il mondo mi è crollato addosso; in un attimo, le mie speranze si sono frantumate in cocci della portata di un granello di sabbia.
Deficiente!
Sei un deficiente, Masumi Hayami!
La tua situazione sentimentale era già insostenibile. Perché ci hai messo anche lei, nel mucchio?
E perché ora provi fastidio?
Tu l’hai illusa, con le tue gentilezze e la tua sollecitudine. Tu che le hai sempre detto di sì, senza mostrare mai il tuo lato oscuro.
E ora che Shiori ti presenta il conto cosa fai?
Ti inchiodi alla porta scorrevole che da sul balcone vista precipizio?
Lei si avvicina talmente tanto che senti il suo respiro infrangersi come un’onda impetuosa sul tuo collo. Ti poggia una mano languida sul torace, abbozzando una lieve carezza. E il tuo sguardo - pazzo che non sei altro! - corre al mare lì fuori, allo strapiombo a poca distanza in cui volentieri, adesso, andresti a fiondarti per sfuggire a quell’orrore.
L’orrore di una donna innamorata che non è riamata.
Lei ha sentito che il tuo corpo era proteso da un’altra parte.
Ha avvertito il tuo rifiuto con evidente vergogna, ché la sua reazione è stata quella di fuggire lontano da quel posto in cui riposa tutta la tua vita, ragazzina. L’album con le tue foto di scena, nascosto sul fondo della libreria, ribolle di passione, e Shiori lo sa, deve averlo intuito, in qualche modo.
Finisco la giornata davanti all’ennesimo bicchiere di whisky.
Sto per decidere del mio futuro.
Sei così lontana,Maya.
Io qui, sotto un cielo di “stelle al neon”, tu nel paese natale della dèa, dove, certamente, le luci finte non arrivano con la loro forza contaminante.
Sì, vado incontro ad un destino infelice. Però lo faccio in modo consapevole: so che tu sei una stella vera, Maya, mentre Shiori – per quanto bellissima e gentile – rappresenta un’ artefazione.
Il mio spirito, a pelle, la rifiuta: sa perfettamente quale differenza sussiste tra un cielo reale e un cielo che non lo è.
La stessa che corre tra la verità e la menzogna.
Dove sei, ragazzina?
Vorrei fossi qui, ma non ci sei, e allora io opto per la scelta di comodo, quella che farà felice almeno una persona.
Prendo dei fiori – personalmente! – e vado a casa della signorina Takamiya, da oggi ufficialmente mia fidanzata.


Una scomparsa inattesa, una tenue speranza.
E’ buio, nel paese natale della dèa scarlatta.
Gli elicotteri che, fino a poche ore fa cercavano mio padre, sono tornati alla base: riprenderanno le ricerche domattina, al chiarore del giorno.
Mi accendo una sigaretta, pentendomi nel momento stesso in cui lo faccio, perché quel fumo “coprirà” l’aroma dell’erba e l’aria limpida di questi monti fatati.
E’ giugno, ma la montagna è fredda in qualunque stagione ci si trovi. Eppure questo freddo è come un anestetico per il mio cuore in pena.
E’ incredibile che io abbia compassione per l’uomo che ha votato la mia anima al diavolo. L’uomo che mi ha insegnato a distruggere per sopravvivere. Una filosofia assai materialistica, devo dire, ma molto redditizia.
Lascio l’auto della società e la strada maestra per imboccare quell’insenatura che dà sulla valle. Non si vede molto, solo il sufficiente. Le stelle mi fanno da guida ed io sprofondo in una enorme poltrona d’erba, cinta dai monti, con in capo la Via Lattea dell’estate.
Ma quella poltrona è già occupata da un’altra persona, l’unica a cui permetterei di privarmene.
Sei seduta con le braccia aperte, come se stessi in croce, ma, in realtà, stai fondendoti con la natura. Ed io trovo più che naturale venire a prender posto lì, accanto a te, che trovi sempre una seduta speciale (e per questo ti ringrazio!).
Il cielo è stato attraversato da una stella cadente, ma nessuno di noi due ha espresso un desiderio.
Forse, perché non abbiamo bisogno di desiderare altro, amor mio.
Vorrei che i tuoi sentimenti fossero i miei, Maya.
Mi chiedi perché sono alla Valle dei susini ed io ti racconto la favola del generale Millepiedi, che, preso da una insana passione, finì per divorare l’albero in cui dimorava lo spirito che egli amava. In un lampo, capisci che si tratta di mio padre e te ne rammarichi. Tu pensi di non conoscerlo e, in realtà, lo hai già incrociato – squallido! malevolo! – due o tre volte.
Ma non parliamo di lui che per un istante.
Ti metto sulle spalle la mia giacca, Maya, perché il freddo, parlando di Eysuke, è sembrato farsi più pungente ed io mi illudo che, con la mia protezione, tu possa esserne preservata.
E ci sdraiamo, uno di fianco all’altro, a guardare le stelle muoversi ad arco, intorno alla Stella Polare, paghi dello spettacolo, ma non abbastanza, per me.
Il tuo istinto, questa volta, non ti dice di scappare lontano, ragazzina?
Mi stai accanto perché “ci sei abituata”, è così?
Qual è il motivo di questa sensazione di estremo languore? E’ davvero l’abitudine? A me, questa abitudine sembra durare da una eternità.
Il confronto diretto fra noi, l’estrema sincerità, la tranquillità che il semplice stare insieme a te mi comunica, tutto mi sembra come…scritto, da qualche parte.
Mi sto illudendo, Maya?
E, se davvero mi sto illudendo, perché, ora cammini mano nella mano con me, la tua mano fredda dentro la mia che sembra scottare. Continui a tenere la mia giacca sulle spalle, che, indosso a te, sembra quasi un cappotto.
Sorrido beatamente.
Tu sei stata creata per me, ragazzina. Il tuo piccolo corpo aderisce perfettamente al mio, solo in apparenza possente e vigoroso.
Ho un bisogno disperato di stringerti, ma, per ora – fino a quando? – va bene anche solo questo.
Continua a camminare con me, mano nella mano, per sempre!
Dèi, vorrei che questa strada non avesse mai fine!


The valley of hearts.
Ti ho lasciata al tuo alloggio a malincuore, Maya, ma il giorno arriva prestissimo ed io torno a cercarti.
Trovo la signora in nero, che mi chiede di Eysuke. Io le faccio un riassunto asettico ed essenziale dell’attuale stato delle ricerche e lei, pur sapendo quale sarà la mia risposta, mi domanda lo stesso se sono affezionato a mio padre.
La mia testa è piena di Maya e ciò che concerne Eysuke o il mondo intero è solo un fastidio.
Fuori ha iniziato a piovere. E’ una pioggia inclemente, batte sui tetti con la violenza dei battiti di mille cuori disperati.
La ragazzina non c’è. Genzo-san è preoccupato perché la sua “foga recitativa” tiene tutti in costante allarme.
Sorrido tra me e me, ma un po’ d’ansia si fa largo anche in me.
Lascio il rifugio e, cartina in mano, mi incammino per le montagne sconosciute. Ma i miei piedi sanno perfettamente quale strada stanno percorrendo. So perfettamente tra le braccia di chi, tra poco, consumerò la fiamma amara della mia passione soffocata.
I boschi sono lussureggianti come solo d’estate possono essere. Il verde è così fitto che anche le gocce d’acqua sembrano non riuscire a penetrare.
Poi, il verde, d’improvviso, si fa scarlatto. L’aria diventa tiepida; il profumo della terra bagnata sale a me irresistibile.
Mi accorgo che la pioggia si è fatta così impalpabile da assumere la connotazione di una timida nebbiolina.
E poi tu, finalmente, ti manifesti ai miei occhi, ragazzina!
Seduta come un folletto bagnato sulla biforcazione di un susino secolare, contempli distrattamente il mondo che ti circonda ed ora il tuo caro sguardo si è posato su di me.
L’emozione è così forte che scivoli giù, ma le mie braccia sono pronte a recuperarti, amor mio.
Niente ti farà del male, ora che io sono accanto a te.
Provo a dire parole sciocche ed evidenti - “ho pensato di…sapevo che…ho fatto bene a…” - ma mi fermo prima di rendermi ridicolo ai miei e ai tuoi occhi.
Ti adagio l’impermeabile sulle spalle e, complici questi piedi che, inspiegabilmente, tutto sanno, arriviamo ad un tempio abbandonato.
E’ il luogo sacro alla dèa.
Ci sediamo sulla scalinata di legno, sotto una piccola rientranza che ci ripara quanto basta ed io ti stringo a me, sperando che il freddo dei vestiti bagnati, domani, non ti procuri una brutta infreddatura.
La pioggia, però, aumenta all’improvviso ed io ti propongo di entrare nell’ufficio del santuario.
Col tono esigente di chi non ha mai accettato repliche, ti ordino di disfarti degli abiti bagnati e di metterli ad asciugare accanto al fuoco acceso. Mentre indossi il mio impermeabile per coprire la tua semplice nudità, io sono in maniche di camicia.
Sento un gran caldo e vederti così, svestita, non mi aiuta, ragazzina!
Ci guardiamo intorno nella vana speranza di reprimere l’imbarazzo che ci attanaglia. Scorgo un’iscrizione in giapponese antico e tu mi chiedi cosa dice.
Io ti rispondo che è la storia della dèa, quella cui, con tutta probabilità, si è ispirato Ichiren Oozachi.
Allora, stranamente, tu dichiari che ti piacerebbe “mostrarmi una dèa scarlatta che possa piacermi”. A quel punto, il mio autocontrollo è lì per capitolare ma, in extremis, mi salvo facendo cadere la tua frase nel ridicolo.
Perché incassi il colpo, ragazzina?
Solitamente, ti metti a urlare che mi odi con il cuore e l’anima e adesso piangi!
Sai bene, dentro di te, che non ho mai sopportato di vederti piangere e abbasso pericolosamente la guardia ancora una volta. La mia voce si fa mormorante, ma è ancora nitida a sufficienza per giungere alle tue orecchie.
“Mi è sempre piaciuta”
Io non ne sono per nulla consapevole, ma, ripercorrendo al contrario ogni tappa della tua carriera, ti sto offrendo la chiave di lettura di tutta la vicenda, che è l’ammiratore delle rose scarlatte, Maya.
Solo lui potrebbe parlarti in questo modo, conoscere con tanta attenzione quel che hai fatto negli ultimi sei anni!
Inaspettatamente, quando accenno a Shiori Takamiya, l’unica persona al mondo che si preoccupi davvero di me, le tue lacrime aumentano, ma io non colgo il nesso e accenno alla possibilità di andar fuori dal tempio per cercare legna che riscaldi il più prezioso prodotto della Daito (e mio).
Tu non vuoi che io vada.
Alla domanda se temi per me e la mia incolumità fisica non rispondi.
Sento ancora più caldo (perché diavolo mi sono buttato la giacca sulle spalle?), mentre tu sembri chiusa in una morsa di gelo, che “aguzza” il mio desiderio e mi spinge a farti una domanda “epocale”:
“Vuol venire da me? Ovviamente, se crede…”
E tu mi vieni incontro! Stai avvicinandoti a me! Mi dici che hai bisogno di me, come quando eravamo sotto la pioggia ed io ti tenevo stretta a me per non farti avere più freddo!
Io ti guardo camminare piano, con indosso solo il mio impermeabile, e sento di non potere più reprimermi.
E’ troppo per me, Maya! Sono un uomo e te lo rammento, nel caso in cui la tua ingenuità esasperante finga di non avvedersene!
Ti prendo per un polso, strattonandoti un poco, per farti posto tra le mie braccia.
Delicatamente, ma non senza passione, adagio il tuo capo sul mio petto, nella disperata speranza che tu senta i battiti del mio cuore impazzito. Sembra davvero venir fuori dallo sterno, mentre le mani - queste mani che dovrei mozzarmi all’istante - ripercorrono incerte la tua schiena, dalla vita al collo.
Ora accarezzano i tuoi capelli e ti scostano un poco perché i tuoi occhi possano tornare ad incontrare quelli di un uomo che sta davvero perdendo il controllo e, se tu abbassi ancora le tue difese, nulla potrà più fermarlo!
Maya, trovo la forza di dirtelo, sono ebbro di passione! Ti avvicino a me ancora di più, senza staccarti gli occhi di dosso, la giacca mi scivola giù per le spalle.
Sto per baciarti – e non solo - e tu ti metti a tremare come una foglia al vento!
“Ti prego, Maya, mettiti a dormire, è meglio per tutti!”
La preghiera implorante è ripetuta come una nenia per un lasso di tempo piuttosto lungo.
Finalmente prendi sonno. La tua mano che prima sembrava chiamarmi a sé e, nel contempo, respingermi, ora è inerte, sopra il mio ginocchio.
Ti sistemo meglio, poggiando la mia schiena alla parete di legno.
In silenzio, senza poter chiudere occhio – ché, stavolta, ho davvero rischiato di esplodere – aspetto l’alba.
Dal cinguettio degli uccelli deduco che la pioggia è cessata e, prima che tu possa riaprire gli occhi, proprio ora che sembri abbozzare un sorriso beato, ti rubo un bacio. Le tue labbra dischiuse, stavolta, mi regalano qualcosa di diverso, di più intimo. Cerco di far piano per non svegliarti, ma anche la mia bocca si apre e cattura prima il tuo labbro, poi raggiunge la tua lingua.
Dura solo un attimo, ma ho la sensazione che, in qualche modo, con la tua coscienza, abbia risposto al mio bacio.
Quando ti svegli e, stancamente, riprendiamo la via del ritorno, tu torni ad offrirmi la tua mano, Maya.
Camminiamo tra i susini scarlatti, mentre io dico che, in quella valle, con te, ci starei per sempre.
Tu annuisci.
Allora, non è un sogno, vero?
Non è un sogno che tu mi dica, adesso, di prendere in mano questo ramoscello con fiori di susino, che rappresenta i tuoi reali sentimenti.
Mi sei rimasta impressa sul corpo, Maya!
Sento il tuo odore, la tua sagoma marchiata addosso.
Non voglio stare separato a lungo da te!!!
Non mi abituerò mai!…
Sono stato maldestro.
In questi giorni, complice la scomparsa di mio padre, sono vissuto come in un sogno.
Prevedendo distrattamente le pretese che avrebbero accampato i parenti riguardo all’eredità, ho provato ad entrare nel mondo reale in cui vivi tu, ragazzina.
Certo, è perfino banale dire che il tuo mondo reale è, in realtà, per me un sogno meraviglioso.
Anche ricominciare la carriera manageriale da zero non mi preoccuperebbe più di tanto.
Pensare alle tue braccia che mi cingevano con intensità mi mozza il respiro anche adesso.
Ho l’odore dei fiori di susino scarlatti perennemente nelle narici.
Così, quando è arrivata lei – Shiori – ho provato ad alzare una sorta di difesa, invitandola, senza troppa convinzione a dire il vero, a disfarsi dell’uomo socialmente inutile che io sono senza Eysuke Hayami alle spalle.
Ella ha reagito in maniera davvero inattesa per una signorina dell’alta società la cui famiglia fa della squallida apparenza un baluardo.
Non che suo nonno sia un completo bifolco, ma, di certo, avere più potere degli altri, arrivare a gestire persino una parte degli affari in odore di yakuza, non fa di lui uno stinco di santo.
Shiori ha la sua stessa determinazione e dice di non volermi lasciare in nessun caso.
In effetti, la sua famiglia avrebbe lavoro a tonnellate da affidarmi: le mie qualità professionali sono sotto gli occhi di tutti.
Ma il gruppo Chuo, per quanto enorme e dall’incalcolabile valore economico, non è la Daito che io ho costruito in questi ultimi anni. Non è la mia società.
La mia Daito reca in sé qualcosa di “sacro”, che non è rappresentato semplicemente dalla fatica e dal sacrificio mio e dei collaboratori: è La dèa scarlatta.
Non dimentico mai, giorno dopo giorno, il motivo per cui questa società è nata.
La sopraveste da sposa bruciacchiata, che ha segnato la vita di mia madre e la mia, è un pensiero costante.
Nessuna produzione commerciale potrà mai essere superiore a questa.
Ne faccio una questione di principio.
Shiori non lo sa.
Non mi ha chiesto alcuna spiegazione, giorni fa, quando, a cena, provavo a spiegarle come e perché la Daito è nata.
E’ una donna strana. Sensibile, sì, ma “di superficie”. Non va al fondo delle cose, trovandosi più comoda, evidentemente, nella menzogna.
Per questo, adesso, mi dà fastidio che si attacchi alla mia schiena, piangendo.
Temo possa sentire il tuo odore, ragazzina; temo possa confonderlo col suo profumo francese.
Il mio cuore distingue nettamente una fragranza dall’altra, ma questo è uno di quei momenti in cui vorrei che tu fossi qui in anima e corpo, Maya.


continua...

 
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Yayoi
view post Posted on 10/5/2010, 17:29




Ciao Laura,

quanto arrivo alla scritta "continua...", nonostante io conosca la storia praticamente a memoria, sono in suspance.

Anche se questo Diario è la storia fedele vista con gli occhi e i sentimenti di Masumi mi sembra sempre di non sapere come la proseguirai....

Buona serata.
 
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florianaliuni
view post Posted on 10/5/2010, 21:47




yayoi, è la stessa sensazione che ho io!!!Laura posta presto please!!
 
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view post Posted on 11/5/2010, 16:26
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Il bene è più forte del male.
Era impensabile, per me, ritrovarti.
E ritrovarti lì, nella casa in cui dimora Chigusa Tsukikage.
Si è presa cura di te senza pensare all’orrido mostro che sei, a quello che hai fatto a lei e, soprattutto, ad Ichiren Oozachi, il suo grande amore.
Tu, che sei entrato nella sua vita viscidamente, come il peggiore dei serpenti.
Tu, traditore dell’amicizia e del sacro fuoco dell’arte.
Tu, che hai interrotto il colloquio di anime tra una mano nata per scrivere e una voce nata per esprimere quelle stesse parole.
Chigusa Tsukikage deve essere davvero una persona eccezionale, se arriva al punto di sopportare la tua molesta presenza. E dici addirittura di volere restare qui, vicino a lei!
Che cosa pensi di ottenere?
Non certo l’amore! Quello puoi scordartelo.
Ella non ti amerà mai. Anche se non avessi fatto nulla di spregevole, il suo cuore appartiene ad un altro uomo.
Lo capisci, questo, padre?
Nessun gioiello potrà mai comperarla.
E’ una donna che ha avuto tutto e ha perso tutto, ha conosciuto la ricchezza e la fame. Non ha paura della povertà e preferirebbe lasciarsi morire piuttosto che accettare qualcosa da te.
Tu sei quel che sei, Eysuke Hayami.
Anche se, a volte, mi stupisci.
Come adesso, che stai chiedendomi di proteggere il sacro suolo e lei, la “tua” Chigusa. Ti infastidisce - esattamente come infastidisce me – l’ingerenza insopportabile dei dirigenti, di Onodera, di Shiori, che, a tutti i costi, vogliono andare fino alla Valle.
Cosa pensano di trovare, laggiù, quei cuori incrostati di vanità e menzogna?
Sì, proteggerò quei luoghi, preserverò la Tsukikage – per quanto mi sarà possibile – da qualsiasi cosa possa risultarle di nocumento.
E proteggerò Maya, la mia dèa scarlatta.

Kurenai Tennyo
Per quanto mi è possibile - anche se per forza di cose devo condurre questa gente nella Valle dei Susini ad assistere alla rappresentazione della signora in nero e delle due aspiranti dèe - cammino da solo.
Shiori se ne lamenta.
Adducendo la scusa delle scarpette col tacco, mi costringe ad offrirle il braccio.
Onodera e Kei Akame, candidato al ruolo di Isshin, ci vengono dietro.
Giunti a destinazione, sbucano da un cespuglio fitto Ryuzo Kuronuma, un po’ ammaccato ma in buona salute, e Yuu Sakurakoji, l’altro Isshin.
Mi guardo intorno e, finalmente, vedo te, ragazzina, di fianco ad Ayumi, coperta di fango da capo a piedi.
Non posso non trattenere le risa, ma commetto un errore, perché, come al solito quando ti vedo, mi ritrovo a non vedere più chi mi sta accanto.
E così ti dico che mi sembri lo spirito delle radici dell’albero di susino.
E lo faccio davanti a Shiori Takamiya, che, a sua volta, abbozza un sorriso.
Ancora, come quella notte al tempio, non reagisci alla provocazione. Eppure sai che è del tutto innocente!
Cosa c’è di diverso, ora, Maya?
E perché vai a cercare conforto tra le braccia di quel ragazzo?
Incrocio il suo sguardo gelido per un attimo: sembra leggermi dentro!
Mi sta affrontando, forse?
Ragazzino, tu non l’hai stretta come ho fatto io. Se ci avessi visto, nel tempio della dèa, non oseresti neppure avvicinarti a lei come stai facendo.
Come ti permetti di metterle addosso la tua felpa da due soldi, sotto i miei occhi, distraendola mentre ha appena finito di dire che solo per me avrebbe dato vita ad una dèa meravigliosa?
Ti odio, Sakurakoji.
Odio la tua età, la tua libertà di vivere i sentimenti senza doverti trovare attorcigliate addosso le spire delle responsabilità e dell’amore non contraccambiato.
So che hai una ragazza, a Tokyo, che ti aspetta. Ma so anche che è Maya l’unica donna che ti interessa e lasceresti tutto pur di averla.
Sì, sono geloso e ti invidio maledettamente.
Perché devo starmene qui, accanto a Shiori, mentre tu sei lì, nel posto speciale, spalla a spalla con lei, la mia Maya?!
Non ti sopporto e non mi importa nulla se, adesso, negli occhi di Shiori leggo lo sconcerto.
Non tollero di vederla arrossire alle tue battute cretine.
Le mie mani si stringono fino a farsi male.
Vorrei spaccare tutto, distruggere qualsiasi cosa mi capiti sotto mano, mettermi ad urlare. E’ troppo per me!


Per fortuna, già durante le prime battute dello spettacolo, Maya si stacca da quel ragazzo, completamente soggiogata dalla recitazione della Tsukikage.
Anche io sono preso dall’appassionante racconto, sebbene continui a seguire i movimenti della mia ragazzina con la coda dell’occhio.
Poi, quando Genzo-san e Chigusa sensei espongono la filosofia buddista in merito alle anime gemelle, il mio cuore torna a fremere.
Quelle parole diventano le mie, Maya.
“Non esistono età, aspetto, rango, per coloro che si amano dall’eternità”.
“Innamorarsi è implorare pazzamente l’anima di un’altra persona”.
Sono io, Maya, guardami!
Non lasciare, adesso, che quel ragazzino si avvicini di nuovo a te, ti cinga le spalle col suo braccio. Perché lo lasci fare? Perché non guardi solo me?
“Ora che ci siamo incontrati non è possibile vivere separatamente!”
Mi sento d’improvviso come mio padre!
Riesco a percepire la sua disperazione di amante non riamato!
Maya è come Chigusa Tsukikage, alla ricerca della sua anima gemella.
Non vede me! E vuole interpretare un amore così totale al fianco di Sakurakoji.
Il sentimento totale che beffa persino la morte con lui, Maya!
Non posso tollerarlo.


Quando lo spettacolo finisce, ho la testa talmente piena di quelle parole così toccanti che mi pare di scoppiare.
Devo calmarmi e, allora, imbocco una strada in cui – ne sono certo – nessuno potrà cercarmi.
E’ la zona proibita, dove la vegetazione è così fitta da impedire che lo sguardo fugga lontano. Gli dèi sono gelosi, penso, non vogliono che la creatura che con amore hanno plasmato si concentri su qualcosa che sia diverso da loro.
Il fiume, i petali di fiori di susino nell’aria, la nebbia che piano si abbassa, facendosi scarlatta e portando con sé un tepore quasi innaturale e poi il vento impetuoso…
Acqua, fuoco, vento e poi l’odore della terra con cui vengo a diretto contatto mi soggiogano completamente.
E poi tu.
Sei così bella, Maya, nella sopraveste da sposa, adornata da un semplice ramoscello di susino!
C’è un fiume, tra noi, poco più di un ruscelletto. I nostri piedi sembrano volerlo sfidare, ma si bloccano su delle insenature.
Quel che accade dopo ha dell’incredibile, amor mio.
E capisco in un lampo cosa intendeva dire Ichiren Oozachi. I corpi mortali possono essere separati e per molti motivi: l’età, l’aspetto, il rango, il passato.
Ma questa legge non vale per lo spirito.
Mi basta udire la tua voce che mi implora per ritrovarmi fuori da questo involucro di stoffa e poi di carne e poi di ossa.
Mi basta vedere le tue braccia aprirsi per correrti incontro, sfiorare la tua mano, tornare ad adagiare la tua testa sul mio petto.
Sento ogni cellula del tuo corpo vibrare insieme alle mie.
Sento che la mia anima si confonde nella tua.
Non sento più il mio io.
Sono stordito da queste mie labbra, che, adesso, proferiscono parole d’amore con la tua voce!
Sii solo mio. Sii solo mia.
“Eravamo stati separati, ma ora torniamo ad essere uno”
Uno!
Perché?
Proprio mentre il nostro abbraccio si fa più stretto, più intimo e delirante, tu scivoli via dalle mie dita, come trascinata via dalla corrente del fiume o dal vento impetuoso.
O è il fuoco della mia passione – che mi ha fatto impaurire – ad allontanarmi da te?
Siamo tornati sulle due rive che ci separano.
Le nostre mani sono ancora sospese a mezz’aria, i corpi presi da un fremito, gli sguardi assenti e incapaci di spiegare razionalmente quanto è appena accaduto.
Sto per pronunciare il tuo nome, sto per dirti tutto!
Ma arriva Shiori – come diamine avrà fatto a trovarmi? - e tu scompari dietro i susini millenari.
Con te va via il mio sogno d’amore.

Mi scoppia la testa.
Non sono riuscito a dormire.
La gente che mi circonda mi è molesta quanto uno sciame di zanzare.
Lasciatemi solo.
Lasciatemi il mio sogno!
Perché vieni a chiamarmi, Shiori?
Non ti hanno forse riferito che non ho chiuso occhio, che ogni mia parola tradisce un sospiro, che la mia bocca dello stomaco è chiusa?
Non riesco neppure a stringere una sigaretta tra le labbra ed ho strappato il giornale in più punti.
Mi tremano le mani.
E poi, come un perfetto idiota, compio gesti della quotidianità con il fare maldestro di un neonato.
Che fastidio! Che fastidio!
Mi sembra di impazzire!
Perché mi hai detto quelle parole, Maya?
Vuoi davvero che abbandoni tutto per seguirti?
Sai bene che non avrei alcuna esitazione.
Ma, se non fosse vero?
Tu mi odi dal profondo del cuore e non hai torto. Ti ho privato di tua madre. Il mio peccato riemerge ogni qualvolta penso che le nostre anime possano avvicinarsi!
Tutto, Maya, tutto è contro di me, mi è di inciampo. Forse gli dèi vogliono farmi capire che ho perduto la mia occasione, che ormai è tardi, ma, allora, perché non mi rassegno?
Se il nostro destino è uguale a quello di Chigusa Tsukikage e Ichiren Oozachi perché non accetto anche io passivamente il fato, felice per quel che ho, senza aspirare ad altro?
Ichiren e Chigusa sono stati uniti fortemente, in qualche modo, anche se non hanno concretizzato la loro unione.
Perché io, invece, non riesco a restare legato a te in modo superficiale, come semplice donatore di rose?
Sei uno sciocco, Masumi!
Parli come se lei fosse davvero l’altra metà della tua anima.
Ma sai bene che potrebbe non essere così. Potrebbe essere solo un disperato desiderio.
E, allora, dannazione, torna alla realtà, strappati dal cuore questo sogno che non è il tuo e…continua a sopravvivere!


Sopravvivere.

Sì, ti strapperai dal cuore il sogno di Maya, Masumi, anche perché dovrai completare un’opera ben più grande.
Uno sciocco.
Sono stato uno sciocco a pensare per un attimo che la dèa scarlatta avesse operato un prodigio su mio padre. Eysuke Hayami non cambierà mai.
La paura lo ha reso più verme di prima: il terrore che il suo erede possa riuscire dove lui ha fallito lo infastidisce.
Egli ha avuto non l’amore, ma l’odio della sua dèa; ed anche io devo ereditare questo carico di dolore folle e straziante.
L’ultimo atto prevede che io ti distrugga, Maya, perché il generale millepiedi non è pago di quanto compiuto in vita.
Se accetterai il compromesso, bene, altrimenti, perderai tutto.
E’ il fato dei genii.
Destinati a diventare il centro del mondo o ad essere inghiottiti da esso.
Perché, se un genio è lasciato libero di respirare e di far respirare le menti di coloro che vivono a contatto con lui, diventa pericoloso.
Deve averlo notato, Eysuke, il mio cambiamento, il calcolo che si è trasformato in compassione, l’indifferenza che si è tramutata in passione.
Io ho ereditato il suo spirito, in fondo, e, in virtù di ciò, sono una mappa fin troppo dettagliata per lui.
Torno a cercarti, lacerato dentro da quell’orrendo ultimatum.
Ma stavolta non ci sei, ragazzina, ed io non posso posticipare il ritorno a Tokyo, non posso venire a prendere quel che sento appartenermi, laggiù, nella Valle dei susini.
Chigusa Tsukikage deve aver capito che andare a salutarla era solo un pretesto.
E’ stata insolitamente gentile con me, anche se le sue parole hanno confermato quel che, con la ragione, credo di avere perfettamente intuito. Qui, dove il mondo non arriva, dove profonde gole celano il segreto degli dèi, proteggendolo dalla malvagità dell’uomo, è fin troppo semplice percepire l’amore.
Il problema, dopo, è discernere tra il vero amore e il semplice sogno.
La recitazione di Maya è sempre stata affascinante; ha sempre avuto il potere di catturarmi, di tradurmi in una dimensione parallela, dove è più facile percepire il perché dei battiti del cuore.
E’ facile, dunque, pensare che - come per Eysuke - questa ossessione che dura da sei lunghi anni, sia solo un fatto di coscienza.
La dèa scarlatta esiste, ma solo sul palcoscenico.
Così come l’amore di anime.
Sento che me ne sto facendo una ragione, anche se la malinconia mi attanaglia, anche se, in questo momento, vorrei solo venire da te, Maya, e stringerti ancora!
La valle dei susini dell’illusione!!!



Il mio desiderio non si avvererà mai!
Una stella cadente ha attraversato il cielo di Tokyo.
Una stella cadente nella valle dei neon è una cosa ben rara, lo dice anche Mitzuki, efficiente e impassibile come di consueto.
L’ho trovata ad aspettarmi alla Stazione Centrale e, subito, ho sentito l’esigenza di “confidarmi” in qualche modo con lei.
Per questo, quando mi ha domandato dello spettacolo nella Valle dei susini, non ho potuto trattenermi dal dirle che una dolce e mai provata felicità ha saputo scuotermi l’anima.
Ma, come ogni cosa bella, ha avuto vita piuttosto breve.
Passano le ore, i giorni e mi ritrovo dove non vorrei essere, ma dove devo stare.
Non so perché, ma anche tu, Maya, ti ritrovi qui e sai bene che non è il tuo posto perché nessuno – men che mai io – ti ha invitata.
E’ il mio party di fidanzamento.
Shiori indossa un bellissimo abito bianco di Armani, ha fatto le extension e infilato sopra il candido guanto l’anello con zaffiro che le ho regalato come pegno d’amore. E’ una delizia per gli occhi e tutti dicono che sarebbe una splendida dèa scarlatta (se capisse qualcosa di recitazione, aggiungo io).
Tu, al confronto, sei una ragazzetta senza valore, con la gonnellina troppo corta per una occasione come questa, le scarpe basse, i capelli ordinari.
Non ti rendi conto di quanto tu sia ridicola, Maya?
Eppure hai qualcosa di diverso: sembri più donna, ma io devo fingere di non accorgermi della tua femminilità non più solo abbozzata o immaginata e continuo a recitare la parte dell’uomo innamorato.
Per tutto il tempo, non ho smesso di cingere Shiori per la vita.
E poi, quando sei corsa via urlandomi le solite cattiverie, ho allungato la durata della farsa sbeffeggiando la tua aria da ragazza lupo, nulla di più lontano dal leggiadro spirito del susino millenario.
E sei sparita.
Mi sono adagiato sulla situazione che mi è venuta addosso senza che io potessi opporre alcuna resistenza. In tutto questo tempo, tra le manovre per monopolizzare La dèa scarlatta e i preparativi per il matrimonio, ho pensato poco a te.
Perché dovrei pensare a te, Maya?
Persino quando è arrivato Hijiri – non mi ricordavo più neppure di lui, che mi fa da tramite con te! – ho soffocato la gelosia e ogni impeto di passione.
Vedere le foto della tua uscita con Sakurakoji mi ha scosso, ma va bene così.
Devi vivere la tua vita, anche se, mio malgrado, io non vi farò parte.
Riesco persino ad essere gentile con Shiori, che mi aspetta di sotto per andare dal nakodo, mentre la costernazione di Hijiri è più che palese.
Sembra che egli sia l’unico che non si rassegni!
Ma è tutta apparenza! E’ tutta una squallida beffa.
Quando incontro Sakurakoji, che, con naturalezza, ostenta il suo pendente col delfino – uguale a quello che indossi tu! – la malinconia torna a far capolino. E mi metto a pontificare sulle anime gemelle e sul loro amore, suggerendogli, involontariamente, quanto gli serve per interpretare al meglio Isshin.
Perché io sono il vero, solo Isshin.
La chiave sta tutta nella solitudine, ragazzo, ed io mi sono accorto di essa solo quando ho lasciato andar via Maya e chiuso le porte alla speranza di un futuro insieme a lei. Non un futuro virtuale, ma uno vero!
Prima di conoscerla, il mio spirito vagava inquieto e solitario nella valle dei neon. Ora che la conosco e non posso realizzare quell’unione, mi sento morire dentro.
Non posso vivere senza di lei.
Lo so, ma non faccio nulla, a parte sospirare di sollievo quando mi dici che Maya ti considera il suo amante, ma solo sul palco.


Il sacco è pieno. Nuovamente.
Sapevo che il pivello appartiene alla buona società, ma non pensavo arrivasse a portarti in quel ristorante extralusso in cui ho prenotato per me e Shiori.
Vi scorgo, mentre sono uscito un attimo a fumare sul terrazzino.
Mi appoggio alla balaustra, mi passa la voglia di accendermi una sigaretta. Vorrei del whisky, un bel whisky doppio.
Tu sorridi serena e lui ti ricambia.
Quando lo vedo allontanarsi non posso trattenermi dal farti un richiamo, Maya.
Io esisto ancora! Non ti ho abbandonato! Forse Masumi ti ha lasciata, ma non l’ammiratore. Lui non potrebbe mai, le sue rose scarlatte non appassiranno mai.
Scrivo con mano tremante che aspetto con ansia la tua prossima rappresentazione e rubo una rosa scarlatta alla Reception. C’è persino un nastro dello stesso colore legato al gambo.
Tutto a fagiolo.
Chiamo il cameriere con uno schiocco di dita e te la faccio recapitare immantinente.
Mi sento un esaltato!
Ed ora cosa fai?
Ti alzi e ti guardi intorno?
Non l’hai mai fatto, Maya.
Sei sempre stata così “contemplativa” con me, non hai mai fatto nulla di concreto per incrociarmi, anche dopo aver conosciuto Hijiri!
Cosa è cambiato?
Shiori mi invita a rientrare, ma sono distratto da un gran trambusto.
Si odono urla disperate; i camerieri chiamano aiuto.
Corro alla terrazza che dà sul fiume, in cui tu stai cenando, come scosso da un presentimento.
Ti scorgo in mezzo ai flutti, trascinata da un motoscafo: una corda ti immobilizza la gamba.
Io annaspo come se stessi affogando insieme a te, ma, proprio mentre i miei piedi si stanno lanciando verso le acque, vengo preceduto da Sakurakoji, che, senza tergiversare più di tanto, si tuffa per salvarti.
Si muove maldestro, impedito dalla camicia che si gonfia in un secondo: si strappa dal collo la cravatta, ti punta e, finalmente, ti raggiunge!
Che occhi ha?!
Fa paura!
La sua determinazione fa paura.
Ti guarda come se tu gli appartenessi, ostentando il suo ciondolo a forma di delfino, fino a poco fa nascosto sotto la camicia.
E tu, inerte, ragazzina…hai tenuto per tutto il tempo la mia rosa scarlatta fra le dita. Anche davanti alla possibile morte, non hai smesso di stringerla a te.
Perché?
Ed ora, che sei piangente e spaventata tra le braccia di quel ragazzo, la lasci cadere in un ennesimo gesto disperato!
Maya, ti sei rassegnata anche tu, dunque?

Finalmente?!!!

Sono geloso.
Sono una furia incatenata.
Quando sento Hijiri, che mi racconta degli ultimi sviluppi della vicenda, dopo quella sera, faccio a pezzi l’ufficio.
E torno ad accendermi una sigaretta senza filtro.
Non mi accorgo neppure che Mitzuki è entrata nella stanza.

continua!

domani inizia il mio inedito!
 
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florianaliuni
view post Posted on 11/5/2010, 23:08




Evviva! attendo l'inedito...
Non dirò mai abbastanza quanto adoro il tuo masumi, e come spero che la Miuchi abbia pietà di lui e liberi il suo cuore!
 
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