Murasaki no Bara no Yume  - Glass no Kamen  * Il Grande Sogno di Maya * Anime, Manga, Drama, World e Fanwork

Incontri

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view post Posted on 25/11/2011, 14:16
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Buona giornata a tutte!
Dopo la pausa seguita a Masquerade, ho provato a scrivere una nuova storia. Contrariamente alla prima, sto tentando di formulare capitoli più lunghi ma, essendo ancora agli inizi, posterò molto più lentamente.
Ho deciso di iniziare subito perché, partendo dalla fine del capitolo del mese scorso (con Sakurakoji e Maya alle prese con le prove), volevo provare ad allietarmi la lunga attesa invernale prima della pubblicazione del prossimo capitolo da parte della Miuchi.
:nono: :rage: :muto:

Come al solito, spero che il risultato vi piaccia.
Però siate pazienti perché in due settimane ho scritto tre capitoli e dunque andremo molto molto piano..

A chiunque avrà la voglia ed il coraggio di seguirmi... :imbarazzo:

__________________________________________________

CAPITOLO 1

Le prove erano finite da qualche minuto.
Kuronuma si era complimentato con loro per il pathos che erano riusciti a dare alla scena.
Maya Kitajima l’aveva ascoltato, ma la sua mente era fissa al ricordo degli occhi sofferenti di Sakurakoji. Rammentava le frasi che lui le aveva rivolto e aveva ancora nel cuore il dolore per la freddezza con cui l’aveva trattata da quando aveva avuto l’incidente.
Dalla mattina in cui era scesa dall’Astoria, si era inizialmente trovata in un sognante limbo in cui la vita di tutti i giorni le giungeva attutita. La sua mente ed il suo animo erano concentrati a ricordare e a scolpire nella memoria i dolci momenti che aveva vissuto sulla nave ed al porto.
Ricordava il momento in cui aveva deciso di dichiarare il suo cuore al signor Hayami ed aveva iniziato a recitare le parole di Akoya. Vi aveva infuso tutto l’amore di cui era capace, aveva abbracciato la sua giacca alla luce del sole nascente come avrebbe voluto abbracciare lui, era riuscita ad accarezzarlo guardandolo negli occhi. Vi aveva scorto quello che sembrava stupore. E speranza. E tanto calore.
In quel momento le era sembrato che l’ultimo velo, l’ultima fragile maschera dell’uomo fosse caduta. Infatti l’aveva abbracciata, forte l’aveva stretta a sé.
Era stupita. Il signor Hayami l’aveva abbracciata perché era stato spinto dall’atmosfera? Era solo quello? Questo si era domandata prima che lui, con voce vibrante, le chiedesse di restare abbracciati. Le sue calde mani le carezzavano dolcemente la schiena. Sentiva il suo respiro affannato tra i capelli. Dolci brividi correvano lungo il suo corpo. Sentiva il tessuto dei pantaloni dell’uomo sfiorarle le gambe tanto erano vicini.
Si era rifugiata con il volto in fiamme nel suo ampio petto. Aveva alzato le piccole mani e si era aggrappata con forza alla sua schiena. Sembrava non essere più in grado di reggersi da sola. Sembrava aver perso ogni energia.
L’uomo che aveva scoperto di amare, dopo aver passato un terzo della sua breve vita pensando che fosse un essere odioso, la stava abbracciando e le stava togliendo il respiro.
Neanche il rumore della gente che si era spinta sul ponte sembrava smuoverlo, lui sempre così attento alle apparenze, anche e soprattutto quando si trattava di lei.
L’amava? Era possibile che il signor Hayami ricambiasse i suoi sentimenti?
Non lo sapeva, ma in quel momento voleva solo restare tra le sue braccia, di nuovo, sempre.
Come era caldo il suo abbraccio: sembrava accoglierla e proteggerla.
Era tornata a casa! Sentiva il veloce battito del cuore dell’uomo: era ipnotico.
Aveva sentito le sue braccia lasciarla, lo aveva visto allontanarsi imbarazzato ed appoggiarsi alla balaustra del ponte. Ricordava di esserglisi affiancata. L’uomo aveva iniziato a raccontarle con voce calma di una villa in cui si rifugiava quando voleva stare da solo. Le aveva narrato del mare che batteva sugli scogli, dei granchi che combattevano con le onde, della bianca sabbia su cui andava a passeggiare e del cielo stellato che accompagnava le sue notti solitarie.
Avrebbe voluto chiedergli se ci era mai andato con la sua fidanzata, ma l’unica cosa che era riuscita a fare era domandargli vagamente se ci fosse andato sempre da solo.
Il signor Hayami l’aveva scrutata per qualche attimo e poi aveva risposto semplicemente:
“Sì, sempre da solo” – per poi chiederle – “Ti andrebbe di accompagnarmi un giorno?” Vorresti venire con me?”
Maya ricordava quanto velocemente si era girata verso di lui con gli occhi spalancati e brillanti dall’emozione. L’aveva visto con una mano alla bocca come se avesse voluto rimangiarsi quello che gli era appena sfuggito.
“Sì, se non la disturbo ne sarei lieta”.
L’aveva guardata come se non potesse credere alle sue orecchie, come se non avesse mai potuto sperare in una sua risposta positiva. Infatti le aveva subito chiesto:
“Ma sei sicura? Lì ci sarò solo io!”
“Sì, se non la disturbo vorrei venire con lei!” – aveva confermato Maya. La giovane donna non sapeva dove avesse trovato il coraggio di rispondergli in tal modo. Fino a qualche ora prima si stava disperando perché le sembrava impossibile che il signor Hayami potesse provare dell’affetto per lei come donna e ora aveva accettato il suo invito a passare del tempo da soli, si erano abbracciati, si erano scambiati delle brevi e dolci carezze.
Sicuramente quella notte non tornerò a casa. Sicuramente!
Gli si era avvicinata e aveva appoggiato dolcemente il capo sulla sua spalla. L’uomo l’aveva guardata esterrefatto.
Quante volte gli aveva visto sul volto gli occhi spalancati dallo stupore nelle ultime ore? Tante! Troppe. Si era resa conto di come il signor Hayami non avesse mai dubitato del suo odio. Era stata veramente una ragazzina fino a qualche settimana prima: al sentimento di amore che aveva scoperto, aveva risposto con più aggressività del solito ed il risultato era stato solo allontanare il signor Hayami dalla verità.
Erano scesi dalla nave e, mentre andavano incontro alla realtà, l’uomo le aveva chiesto di aver fiducia in lui, ché sarebbe passato del tempo senza che loro potessero vedersi.
Come poteva deluderlo?
Avevano incontrato la signorina Shiori, che si era sorpresa di vederli insieme ed era svenuta. Nessuno aveva più badato a lei, tranne il signor Hayami che l’aveva accompagnata fuori per procurarle un taxi.
Lì avevano visto anche Sakurakoji: sarebbe dovuta tornare con lui, ma non poteva, non voleva tornare a casa senza chiedere al signor Hayami di aspettarla.
Era corsa nella struttura portuale come una forsennata, l’aveva inseguito fino al corridoio dell’infermeria, l’aveva chiamato ed egli si era girato. Era volata tra le sue braccia, l’aveva implorato di aspettarla ché era ancora inadatta a stargli al fianco, conosceva solo la recitazione, non il suo mondo, non la vita fuori dal palcoscenico.
Il giovane l’aveva abbracciata ancora, fortemente. Ancora una volta le sue braccia l’avevano accolta e l’avevano rassicurata.
Solo dopo era tornata da sola a casa ed alla realtà. Alla realtà dell’incidente di Sakurakoji, alla realtà dello spettacolo a rischio senza il suo Isshin, alla realtà della sua freddezza nei suoi confronti.
Non credeva che la ritenesse responsabile, come a volte si sentiva lei stessa. Ma allora, si interrogava, quale poteva esserne la causa?
Lo guardava di sottecchi, mentre il ragazzo riceveva i complimenti da parte degli altri attori. Con loro manteneva l’atteggiamento di sempre, quindi il problema era solo lei.

“Kitajima!” – si voltò al richiamo di Kuronuma.
“Sì? Mi dica.” – concentrandosi sullo sguardo pensieroso del regista.
“Penso che dovreste chiarirvi. Vedo che Sakurakoji si sta impegnando per rendere al meglio nel suo Isshin, ma a volte non riesce a dimenticare se stesso, né a sfruttare i sentimenti che ha nel cuore per capire meglio il suo personaggio.”
“Signor Kuronuma… ma come? Cos’è successo?” – chiese Maya, già temendo la risposta dell’uomo, sempre tanto attento alle vicende dei suoi giovani collaboratori.
Infatti lo sguardo di Kuronuma si fece acceso: “Come, non te ne sei accorta? Sakurakoji si è reso conto che ami un altro.” – si interruppe, per vedere l’effetto che facevano le sue parole sulla ragazza. Vide i suoi occhi allargarsi e farsi umidi.
Allora è vero! E’ come pensavo! Ma il suo cuore avrà ceduto veramente al suo nemico?
“Come pensavo…” – riprese – “Sii franca con lui, vedrai che comprenderà. Magari ci vorrà un po’ di tempo, ma alla fine capirà quello che senti.” Qualche lacrima corse lungo le pallide gote dell’attrice.
“Mi spiace, non volevo farlo soffrire, ma è più forte di me. Non posso vincere contro il mio stesso cuore. Ci ho provato, mi creda. Ma è stato straziante!”
Gli occhi dell’uomo si addolcirono di fronte a quella genuina manifestazione dei suoi sentimenti. Con voce paterna ed appoggiandole una calda mano sulla spalla, le disse:
“Questo dillo a lui, non temere. E vivi i sentimenti che hai nel cuore, vivili tutti! La gioia, il dolore, la consapevolezza di questo nuovo sentimento, la trepidazione nell’incontrare gli occhi della persona amata, il senso del distacco, l’angoscia ed il timore di non rivederla. Vivi e supera anche il senso di colpa che provi verso Sakurakoji. Vivi tutto. Tutto ti aiuterà a rendere viva la tua Dea Scarlatta.” La sua voce era confortante, sembrava un gentile balsamo per i timori che aveva provato in quegli ultimi giorni.

Maya voltò di nuovo lo sguardo verso Sakurakoji e vide che il ragazzo li stava osservando.
Kuronuma lo chiamò vicino e quando si approssimò li informò che per loro le prove: quel giorno finivano lì. Avrebbero avuto il resto del pomeriggio libero. Potevano sfruttarlo come meglio credevano, disse mentre lanciava un’occhiata d’intesa alla sua prima attrice.
L’uomo si allontanò a passo lento, tornando dagli altri della compagnia. In cuor suo sperava che i due ragazzi riuscissero a chiarirsi: per lo spettacolo, ma anche e soprattutto per loro.

Rimasti soli ed in disparte, i due si studiarono in silenzio, ancora incapaci di superare con schiettezza il muro che li separava. Provavano imbarazzo e non sapevano se lasciar correre o chiarire subito.
Sakurakoji si era reso conto che anche Maya stava soffrendo. Aveva visto la pena nei suoi occhi quando la evitava. Tuttavia era ancora troppo addolorato.
Come poteva non ricambiarlo dopo tutti i momenti tristi che avevano condiviso? Era sempre stato dalla sua parte! L’aveva sempre appoggiata! Come poteva invece abbracciare in modo tanto appassionato il signor Hayami che l’aveva sempre osteggiata e disprezzata?! Cos’era successo su quella nave? Erano queste le domande assillanti che gli affollavano la mente. Voleva sapere ed allo stesso tempo ne temeva le risposte.

Maya si volse verso di lui.
“Dobbiamo parlare. Ti prego!” – disse solo, le mani strette al petto, gli occhi rivolti a lui, non più timorosi. Era Maya, eppure era cambiata. Da cosa dipendeva quel cambiamento? Forse, dopotutto, era giunto il momento di sapere.
Sakurakoji sospirò. Un sospiro di rassegnazione. Maya lo percepiva. Sembrava essersi arreso dopo una lunga battaglia.
“Va bene, parliamo.”
“Grazie… che ne diresti di andare alla sala da tè qui di fronte?”
“Va bene, andiamo.” – rispose meccanicamente.
Maya si incamminò, facendo attenzione a non superare il lento andamento del ragazzo.
I suoi movimenti erano ancora stentati: non erano passate nemmeno due settimane dall’incidente ed i medici avevano parlato di una prognosi di tre mesi.
Con la coda dell’occhio osservava il viso scuro del suo partner. Chissà se sarebbero riusciti a risolvere quella faccenda?
Con cautela attraversarono la strada ed entrarono nella sala da tè di fronte al Kid’s Studio. Si accomodarono ad uno dei tanti tavolinetti vuoti riparati da alti separé.
A quell’ora il locale era pressoché vuoto. Non avrebbero subito interruzioni.
 
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stefania aliberti
view post Posted on 25/11/2011, 17:19




per fortuna tenshina ha incominciato una nuova fan faction nell'attesa della miuchi si decide a continuare...
 
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view post Posted on 25/11/2011, 22:28
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Bell'inizio, mi piace e mi ispira!!! :sorrisone: E soprattutto mi consola delle brutte news di oggi :grrrrr: :grrrrr: :grrrrr: soprattutto la parte in cui Maya ricorda i suoi gesti con Masumi sulla nave è descritta in modo molto vivo ed emozionante ::emoheart: Io non ho visto le tavole, ma mi sembrava di "vederle" attraverso il tuo scritto!
Continua mi raccomando!!!
 
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Admirer
view post Posted on 25/11/2011, 23:19




QUOTE (Bebaluna @ 25/11/2011, 22:28) 
Io non ho visto le tavole, ma mi sembrava di "vederle" attraverso il tuo scritto!
Continua mi raccomando!!!

I've seen them (only a few days ago, at last !!!! :imbarazzo: ) and I confirm : the description is perfectly accurate, and it really adds something deep and moving. Some details got highlighted in a very delicate way.
So I'm waiting for your vision of what's gonna happen right now, impatiently !

Thanks for this :)

(PS : sorry for answering in English... I'm not going to try Italian again ;) "Ridicule does not kill" but it hurts anyway XD)
 
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*Marisol*
view post Posted on 25/11/2011, 23:37




molto bella complimenti!!!!
 
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view post Posted on 26/11/2011, 00:15
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Ah, finalmente una buona notizia! l'inizio mi piace e se è come la tua precedente storia, ovviamente mi riferisco allo stile, sarà di sicuro un successo. Ovviamente hai bisogno di tempo per scriverla ma ti prego, non prendere esempio dalla Miuchi!
Abbi pietà di noi!
Aspetto un altro tuo capitolo che di sicurò confermerà il mio pensiero esposto sopra!
Bravissima Tenshina!
 
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view post Posted on 28/11/2011, 09:50
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Ringrazio tutte voi per i commenti! Mi sto impegnando veramente per proseguire la storia in modo piacevole.
Savira, ti ringrazio per la fiducia nelle mie possibilità... spero di non deluderti visto che mi hai già accompagnata in ogni capitolo di Masquerade.

@Admirer: Don't worry for answering in English. I don't speak English very well, but I know it.
Thank you so much for reading my fanfiction.

Spero di postare un capitolo a settimana...
 
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view post Posted on 28/11/2011, 13:47
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Bara Wa Utsukushiku Chiru = Le rose appassiscono in bellezza (opening Lady Oscar)

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Tenshina non ho ancora letto Masquerade, ma conto di farlo presto.
Nel mentre ho pensato di non rimanere indietro su questa fiction.
É piaciuto molto anche a me come hai descrittto le tavole, in effetti sembra proprio di vederle ed hai aggiunto anche un tocco personale.
Grazie continua così.
 
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view post Posted on 1/12/2011, 16:21
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Grazie a te Haruka.. vai pure con calma!

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CAPITOLO 2
Masumi Hayami se ne stava seduto sorseggiando il suo caffè amaro. Lo sguardo attento era fisso fuori dalla finestra. Osservava con interesse l’ingresso del Kid’s Studio.
A metà pomeriggio era letteralmente fuggito da Villa Takamiya con il pretesto di un impegno di lavoro a cui i suoi collaboratori non erano in grado di far fronte. Guidando per le strade di Tokyo era giunto in quella sala da tè.
Il desiderio, il bisogno quasi fisico di vederla anche solo da lontano erano divenuti insopportabili. Nella sua mente tornavano insistenti le immagini dei dolci momenti che aveva passato con Maya sull’Astoria.
I teneri occhi dell’attrice, la modesta grazia dei suoi atteggiamenti, la dolcezza dei suoi sorrisi. Tutto egli ricordava.
I giorni che erano trascorsi dopo il rientro in porto erano stati segnati da una serie di decisioni che dalla crociera erano derivate.
Era stato cieco e sordo al richiamo del cuore della ragazza. Come aveva potuto confondere il dolore del suo sguardo con il disprezzo che tanto temeva?
Dopo aver compreso, tutto era sembrato talmente chiaro e limpido da non permettere più nessuna titubanza, nessun tentennamento, nessuna incertezza.
Aveva incontrato Shiori, le aveva parlato confidando nella sua maturità. In fondo quale donna avrebbe voluto sposare un uomo che non l’ama? Invece la sua fidanzata aveva reagito nel modo peggiore: aveva tentato il suicidio nel bagno dell’hotel, un luogo pubblico.
Questo non aveva fatto altro che farlo additare dalla sua famiglia come unico responsabile del suo insano gesto.
Avrebbe dovuto prevederlo. Si era comportata come negli episodi che avevano coinvolto Maya. Shiori aveva saputo del suo interesse per l’attrice tramite l’ombra del suo ammiratore e aveva subito tentato di allontanarla da lui con mezzi infantili, ma inizialmente efficaci. Solo la caparbietà ed i sentimenti di Maya gli avevano aperto gli occhi. La stessa infantilità l’aveva portata a non riflettere minimamente alle conseguenze del suo gesto, se non nella misura in cui lo stesso poteva tenerlo legato a sé.
In tutto ciò, suo padre si era dichiarato pienamente soddisfatto di come Masumi aveva gestito la faccenda: il nonno della sua ex-fidanzata si era dichiarato disponibile perfino a cedergli il comando del gruppo industriale pur di saperlo al fianco della nipote!
Come poteva tenere in così scarsa considerazione il bene della donna?! Nei suoi panni, Masumi avrebbe fatto di tutto per allontanarlo e convincere la giovane che non era l’uomo adatto a lei.
Gli eventi erano precipitati quando si era reso conto del collasso nervoso in cui versava Shiori. Se la vedeva ancora davanti agli occhi: stesa nel letto della sua camera avvolta nella penombra, intenta a distruggere tutte le rose scarlatte che era riuscita a recuperare. E aveva ancora nelle orecchie la risata soddisfatta del padre quando si era congratulato con lui per i risultati raggiunti nell’operazione. Come poteva pensare, quell’uomo, che avesse fatto tutto di proposito?
In quella lunga notte passata al computer aveva riflettuto. Si sentiva in colpa per come Shiori si era ridotta, ma allo stesso tempo, non poteva e non voleva tradire il proprio cuore e quello di Maya. Sicuramente non poteva ora che sapeva.
Si era quindi risolto a lasciare la sua casa! Era giunto il momento di staccarsi dalla famiglia Hayami. Per quello che aveva progettato era ancora troppo presto, ma non poteva fare altrimenti. Doveva muoversi in modo tale da non far sospettare nulla a suo padre.
Era andato dai Takamiya. Sotto gli occhi sconvolti della tata e del vecchio “imperatore” aveva scosso Shiori, le aveva tolto di mano tutte le rose, imprecando contro gli stolti che l’avevano accontentata.
“Possibile che non capiate che se è in questo stato è colpa vostra? Non l’avete forse sempre accontentata?! Non è in grado di sopportare un benché minimo dispiacere perché non ha mai dovuto affrontare la vita!” - si era rivolto in questo modo al vecchio capostipite, sottolineando che non avrebbe sposato sua nipote per avere il ruolo di capo del gruppo Takamiya, lui non era come suo padre! Non avrebbe messo in gioco la certa infelicità sua e di Shiori.
Da quel giorno era passata una settimana. La sera rientrava in albergo, la mattina discuteva con Mitsuki in merito ai suoi impegni lavorativi. Solo successivamente si recava a Villa Takamiya.
Lì, tra quelle fredde mura austere, si intratteneva con la sua ex-fidanzata come non aveva mai fatto fino a quando erano stati uniti. Occupavano il tempo parlando della realtà che li circondava: Masumi voleva farle capire che il mondo in cui vivevano entrambi era privilegiato. Proprio per questo non dovevano darlo per scontato, né approfittarsene ai danni del prossimo. La spronava a capire quali attività potevano entusiasmarla: aveva scoperto che era particolarmente portata nell’organizzazione degli eventi. Quindi cosa le impediva di dedicarvisi a tempo pieno? Avrebbe avuto modo di uscire dall’isolamento che si era auto-imposta. Avrebbe conosciuto persone nuove, fatto esperienza, avuto delusioni e gioie e avrebbe finalmente vissuto.
Shiori aveva ripreso appetito, il colorito era tornato quello normale e delle cicatrici ai polsi restavano solo dei lievi segni rosa.
Con tutti questi stimoli anche la sua indole sembrava divenuta più solare, nonostante egli continuasse a mettere bene in chiaro che non ci sarebbe stato nessun matrimonio.
Takamiya stava apprezzando il lavoro che svolgeva con sua nipote e non gli aveva più nominato le nozze: Masumi sperava nella sua ragionevolezza e nell’affetto che l’uomo nutriva per la giovane donna.
Sperava che presto avrebbe potuto lasciare quella casa con il benestare di tutta la famiglia Takamiya. A quel punto avrebbe dovuto fare i conti solo con suo padre, ma per allora la sua strategia sarebbe già stata definitiva.

Ed eccola! Finalmente l’aveva vista…
Tutto il resto era scomparso. Stava attraversando la strada con occhi preoccupati: cosa la rattristava? La tensione ed il desiderio gli attorcigliavano le viscere. Era vestita semplicemente, come al solito: un corto gonnellino ed una delle sue larghe felpe. Eppure la sua sola visione bastava a scaldargli il sangue facendoglielo correre vorticosamente nelle vene e ricordandogli il calore dei loro abbracci.
Si posizionò meglio sul divanetto, prendendo in mano la tazza del caffè ormai tiepido. Tremava d’aspettativa. Maya l’avrebbe visto dalla vetrina? Sarebbe entrata?
Perdendosi in quelle domande notò che la ragazza stava seguendo qualcuno. Tentò di mettere a fuoco: era Sakurakoji!
Affilò lo sguardo: gli occhi si trasformarono in sottili lame d’acciaio. Si chiese come mai Maya avesse quell’espressione tanto preoccupata in sua compagnia. Si disse che forse erano le conseguenze dell’incidente che la ragazza temeva.
Velocemente cambiò il posto su cui sedeva con il divanetto di fronte, in modo da nascondersi ai loro occhi nel caso lo avessero sorpassato, visto che lo schienale era abbastanza alto per mascherarlo.
Fortunosamente si sedettero nello spazio dietro al suo. Con noncuranza appoggiò il dorso e si accinse ad ascoltare.
Gli dispiaceva non rispettare la riservatezza dei due, ma gli occhi inquieti di Maya non lo abbandonavano. Voleva capire.
Li sentì ordinare due tè, verde per Sakurakoji, aromatizzato al bergamotto per Maya.
Si accinse ad ascoltare il loro silenzio. Sembravano persi nei loro pensieri. Come era possibile che nessuno dei due trovasse il coraggio di affrontare l’argomento che tanto li angustiava?
Sentì Maya prendere la parola.
“Come stai?” – chiese semplicemente, con voce quasi tremante.
Sembrava una domanda innocua, eppure Sakurakoji continuava a mantenere il silenzio.

Yuu Sakurakoji non si era ancora ripreso dallo shock che aveva subito guardando Maya abbracciata al signor Hayami. Non riusciva a capire cosa fosse successo per trasformare il peggior nemico della ragazza nella persona con cui sembrava più in confidenza.
Ammetteva che c’era sempre stato un rapporto particolare tra i due, ma era più vicino all’odio che a qualsiasi altro sentimento. Quando li aveva visti al porto, abbracciati in modo tanto intimo, era corso via e, mentre ripensava all’accaduto, aveva avuto l’incidente.
Al risveglio aveva scoperto di dover stare tre mesi fermo: rischiava di mandare a monte lo spettacolo più importante della sua carriera. Solo grazie all’appoggio di Kuronuma era riuscito a rivisitare Isshin. Dall’incidente, tuttavia, non era più riuscito a guardare Maya negli occhi. Il suo cuore soffriva e fuggiva il confronto.
Quel giorno aveva raggiunto il fondo.
Kuronuma li aveva invitati a recitare parte del finale della Dea Scarlatta “sfruttando i sentimenti che erano nei loro cuori”. Mai interpretazione era stata più sofferta.
Aveva avuto migliaia di spine che gli circondavano il petto. Si era sentito tradito e deluso. Ed era ancora più arrabbiato perché, nonostante tutto, sapeva che Maya non gli aveva mai promesso nulla. Forse il suo era solo un problema d’orgoglio. Si interrogava su questo, mentre andava con la ragazza alla sala da tè di fronte.
All’interno vi era un’atmosfera calda ed accogliente, musica leggera a volume moderato.
Si sedettero ad un tavolino vicino all’ingresso: in fondo il locale era semi-deserto e non temevano orecchi indiscreti.
Ordinarono, ma restarono in silenzio. Sinceramente non sapeva cosa dirle, ma si rendeva conto che dovevano chiarirsi.
La stava osservando mentre teneva gli occhi bassi. Sembrava leggermente smagrita. Perfidamente si chiese se non fosse a causa sua.

“Come stai?” – i suoi pensieri furono interrotti dalla sua lieve domanda.
Attese qualche secondo chiedendosi se risponderle oppure affrontare direttamente il problema che li aveva condotti fino a quel punto.
Si sentiva combattuto: alla fine la curiosità ed il dolore ebbero la meglio.
“Vi ho visti!” – si fermò, osservando il volto abbassato della ragazza che si alzava di scatto – “Al porto, vi ho visti!”
I grandi occhi castani si spalancarono ed un’espressione sofferente fece capolino nel fondo delle sue iridi.
“Allora è come temevo…” – sospirò solamente la giovane, ammettendo di fatto che non c’era nessun errore di valutazione e prendendo qualcosa dalla tasca.
“Perché? Cosa è successo su quella nave? Cosa ti ha detto quell’uomo?”
L’accenno al signor Hayami sembrava sputato fuori quasi con disprezzo, come fosse veleno. Sakurakoji si accorse che lo sguardo di Maya si fece, per un attimo, stranamente duro.
“Il signor Hayami ed io abbiamo parlato. Semplicemente. Non è successo altro.”
“Bugiarda! Lo stavi abbracciando!” – l’esplosione d’ira ed il tono accusatori l’impietrirono.
“E’ vero, ma non è successo altro.” – continuava a ribadire la ragazza.
“Sakurakoji, tu per me sei un caro amico.” – iniziò la giovane dopo un attimo di silenzio – “Il più caro. Per questo mi dispiace che tu l’abbia dovuto sapere in questo modo. Avrei preferito parlarne con te, ma poi hai avuto l’incidente e c’erano le prove…”
“Dirmi cosa Maya? Che preferisci un uomo maturo in procinto di sposarsi a me?”
“NO! Non è così!” – piccole lacrime iniziarono a fare capolino tra le ciglia della ragazza. Il tono sembrava pregarlo di ascoltarla.
“Non piangere e parla, una buona volta!” – forse aveva alzato troppo la voce, ma era difficile controllarsi.
La vide asciugarsi il viso con il dorso della piccola mano stretta in pugno, quella che aveva precedentemente tratto dalla tasca.
“Mi spiace, ma io non ti ho mai mentito! Ti ho sempre considerato solo un amico. Se ti ho lasciato intendere altro, me ne scuso. Mi avevi detto che mi avresti aspettato e io ti avrei fatto avere la mia risposta. Ci ho provato! Ho provato a dimenticare ma non ce l’ho fatta!”
“Quindi non è vero neanche che sei innamorata del tuo fantomatico ammiratore, no? Era una scusa anche quella?” – il tono ormai concitato.
Maya scosse il capo, tornato basso.
“No, certo che no!” – la vide alzare lo sguardo e fissarlo negli occhi – “Niente è mai stato una scusa. Io ti voglio bene, Sakurakoji. Ma non riesco ad andare oltre. Ti ho chiesto di aspettare la mia risposta perché sapevo che il mio era un amore irrealizzabile ed ho creduto di poter provare qualcosa di più per te. Ma non ci sono riuscita!”
“Vorresti farmi credere che preferisci quell’uomo a me?! Lui ti ha umiliata in pubblico! Ti ha sempre osteggiata! Ha fatto fallire la compagnia della tua maestra!”
La vide respirare profondamente. Sakurakoji capiva che forse aveva esagerato, ma negli ultimi giorni si era arrovellato la mente con tutte quelle domande… e ora aveva rotto gli argini.
“E’ vero!” – rispose – “E’ vero! Ma ogni volta che mi ha umiliata abbiamo avuto il giusto interesse di pubblico e critica ed è stato grazie al signor Hayami se sono tornata alla recitazione dopo la morte della mamma” – altro sospiro – “E comunque non stiamo parlando del signor Hayami. Stiamo parlando delle mie mancanze e dei tuoi sentimenti. Ti sto chiedendo scusa per non averti risposto prima e averti messo nella condizione di avercela con me.”
La vide appoggiare sul tavolo quello che aveva tenuto in mano fino ad allora.
“Ti sto dicendo che non posso considerarti in modo diverso dall’amico che sei stato finora. E questo non dipende né dal signor Hayami, né dall’ammiratore delle rose scarlatte!” – concluse.
Sakurakoji l’ascoltava mentre guardava il piccolo ciondolo brillare abbandonato sul tavolo. Sentiva il tono concitato della ragazza e vedeva i suoi occhi brillare di determinazione.
“Non posso fare altro. Non posso fare altro che questo e impegnarmi nella Dea Scarlatta. Solo questo! Pur non potendo ricambiare i tuoi sentimenti continuo a ritenerti il mio migliore amico. Non pretendo che tu capisca le mie ragioni. Ti prego solo di non giudicarmi.”
Sakurakoji la osservava e non capiva come aveva potuto non accorgersi che Maya fosse maturata tanto. Non era più solo l’adolescente che adorava i dolci, aveva in sé una consapevolezza che non aveva mai colto. O forse, più probabilmente, non aveva mai voluto vederla.
Ricordò le parole che il signor Hayami gli rivolse quando l’aveva interrogato sul suo pensiero relativo alle anime gemelle. “Ci si accorge di aver incontrato la propria anima gemella perché ci si rende conto di quanto si è stati soli fino a quel momento” – gli aveva risposto l’uomo. Ricordava di aver scorto nel suo sguardo la stessa consapevolezza che ora vedeva in quello di Maya. L’unica differenza era che all’epoca aveva notato anche un fondo di tristezza che non aveva compreso, in fondo l’uomo era fidanzato!
Si rese conto che Maya era maturata senza di lui. Sul palcoscenico e nella vita, la ragazza stava compiendo passi da gigante. La vedeva sostenere il suo sguardo in attesa del suo verdetto. Non abbassava i suoi fieri occhi. Avrebbe affrontato tutto!
Sakurakoji si arrese per l’ennesima volta quel giorno. Di fronte a quel coraggio, di fronte a quell’orgoglio e a quella muta preghiera si arrese.
Prese il piccolo ciondolo e sempre osservandolo le disse:
“Ci vorrà del tempo Maya, non ti prometto che potrò tornare ad avere con te lo stesso rapporto che avevamo prima, ma ti posso promettere che sarò all’altezza delle tue aspettative sul palco!”
Lente e calde lacrime tornarono a scorrere sulle sue guance.
“Grazie Sakurakoji!” – disse solo – “Grazie!”
Senza dire altro, il giovane si alzò e con lenta andatura uscì dal locale.

Edited by tenshina - 1/12/2011, 18:42
 
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view post Posted on 1/12/2011, 18:14
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bello, bello, bello! :ok:
E masumi ha sentito tutto... :applausi: chissà cosa succederà ora? Me curiosa....
 
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Admirer
view post Posted on 2/12/2011, 00:07




QUOTE (Bebaluna @ 1/12/2011, 18:14) 
Me curiosa....

Same comment !
Grazie Tenshina :)

I'll wait the next chapter with impatience !
 
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view post Posted on 7/12/2011, 14:16
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Ed eccomi di ritorno... prima del ponte.
Ringrazio tutte voi che avete letto! Questo è il capitolo che è alla base della fanfiction. Ho 'visto' Maya e Masumi ad un tavolo di un bar e ho cercato di contestualizzarlo.
Il prossimo capitolo è ancora nella mia testa. Spero comunque di riuscire a postarlo entro venerdì prossimo.
Grazie ancora!

@Admirer: Thank you for reading. Merci beaucoup!

___________________________________________________

CAPITOLO 3


Masumi aveva ascoltato tutto con il cuore in gola. Avrebbe voluto aiutare la sua ragazzina, ma non poteva! Quelle erano situazioni che doveva affrontare e risolvere da sola. Si era dovuto trattenere quando Sakurakoji l’aveva accusata di preferirgli un uomo maturo: per anni si era detto che non poteva sperare di veder ricambiato il proprio amore anche per quel motivo. Era stato sul punto di aggredirlo quando le aveva ricordato che stava per sposarsi: doveva essere stato come un pugnale affilato nel giovane cuore della ragazza.
Aveva resistito e aveva guadagnato un’immagine forte della sua ragazzina. L’aveva ascoltata accusarsi ed allo stesso tempo difendersi. L’aveva sentita rispondere con determinazione ed esporre le sue posizioni. Era veramente diventata una donna.
Il suo cuore era scoppiato d’orgoglio nei confronti della ‘sua’ Maya (poteva chiamarla così?! Vi erano ancora talmente tanti interrogativi da risolvere, tante cose non dette!).
Aveva sentito Sakurakoji capitolare ed andarsene. Se non fosse stato che era innamorato di Maya, l’avrebbe anche potuto apprezzare, ma troppe volte aveva dovuto sopportare i suoi atteggiamenti esageratamente amichevoli nei confronti dell’attrice.
L’aveva visto uscire lentamente in strada e si era aspettato di vedere Maya seguirlo verso gli studi. Invece la giovane era rimasta seduta alle sue spalle e ogni tanto si lasciava sfuggire qualche singhiozzo, ognuno dei quali lo colpiva nel profondo.
Decise di palesarsi. Voleva incontrarla: averla lì, a pochi centimetri, gli rendeva vana ogni resistenza.

Maya osservava Sakurakoji allontanarsi e nel frattempo ripensava alla conversazione che avevano avuto. Alla fine era stata veramente colpa sua se aveva avuto quell’incidente. Egli non l’aveva incolpata, ma la sorpresa nel vederla abbracciata al signor Hayami doveva essere stata tale da distrarlo dalla guida.
Piangeva Maya. Di sollievo, perché finalmente non c’erano più segreti con il ragazzo e poteva ricominciare a guardarlo dritto negli occhi senza timore. Di tristezza, perché non sapeva se sarebbe stata in grado di ricostruire il rapporto di amicizia con lui. Di malinconia, perché ripensava, sempre, ai momenti che aveva vissuto con il signor Hayami e ne sentiva la mancanza.
Ogni tanto si lasciava sfuggire un piccolo singhiozzo. Era più forte di lei: in fondo lì era sola e poteva sfogarsi senza che qualcuno gliene chiedesse la ragione.
Guardava fuori dalla finestra ed osservava il traffico frenetico sotto il grigio cielo che prometteva pioggia da un momento all’altro.
Un sospiro.
“Signor Hayami, cosa starà facendo in questo momento? Dove sarà?” – chiese a voce sommessa.
“Sono qui, con te.” – si sentì rispondere da una calda voce che era troppo simile a quella che ricordava nei suoi sogni. Lentamente Maya voltò il capo verso l’origine di quel dolce suono e lo vide seduto di fronte a sé: la camicia scura, l’abito chiaro, la cravatta cobalto, gli occhi dello stesso colore. I biondi capelli gli incorniciavano il bel volto e le labbra ben disegnate erano piegate nel caldo sorriso che rare volte gli aveva visto sfoggiare.
“Devo essere proprio stanca se adesso ho anche le allucinazioni!” – continuò la ragazza, come se stesse parlando al nulla.
“Che tu sia stanca lo posso ben immaginare, ma non sono un’allucinazione!”
“E mi risponde pure…” – Maya avrebbe preferito continuare ad osservare con pazienza quell’immagine tanto attraente, ma si costrinse a voltare lo sguardo verso l’esterno. Avrebbe sofferto meno quando l’illusione sarebbe sparita.
Con la coda dell’occhio lo vide allungare una grande mano a prenderle la sua, poggiata sul tavolo. Sentì il suo calore, quello che aveva cercato nei suoi ricordi.
“Non sono un’illusione, Maya. Sono io, veramente!” – lo sentì insistere.
Maya alzò finalmente il capo dal palmo della mano su cui l’aveva tenuto appoggiato fino ad allora. Guardò meglio nella direzione del signor Hayami ed osservò il suo sguardo. Effettivamente un’allucinazione non poteva rendere in modo tanto perfetto le migliaia di sfumature d’azzurro che costituivano i suoi occhi, né poteva riprodurre quel tono di voce. Con circospezione iniziò a credergli.
“Signor Hayami?” – chiese titubante.
“Sì…” – rispose l’uomo.
Le labbra della ragazza si schiusero in un dolce sorriso abbagliante.
“Signor Hayami!” – esclamò, finalmente convinta.
“Sì!” – confermò di nuovo lui.
“Volevo tanto vederla! Pensavo di dover attendere ancora ed invece… è qui, di fronte a me. Sono felice…”
Masumi non credeva alle sue orecchie. Pur ricordando la notte e la mattina sull’Astoria, ancora non si abituava ad ascoltare parole d’amore dalla bocca della sua ragazzina. Si dichiarava felice di vederlo. Allora le era mancato.
“Ti sono mancato?” – il sorriso sembrava illuminargli tutto il volto.
“Signor Hayami… non ho fatto altro che pensare… sperare che fosse tutto vero, che non fosse solo un sogno. Non è stato un sogno, vero?”
“No, Maya, non è stato un sogno. Ci siamo veramente incontrati. Abbiamo dato uno sguardo veloce ai nostri cuori e ci siamo trovati.” – con le dita continuava ad accarezzarle dolcemente il polso. Sentiva i brividi che la percorrevano, mentre Maya sembrava non avvedersene. Aveva visto le sue guance imporporarsi quando si era resa conto che in quel momento, di fronte a lei, c’era il vero Masumi Hayami, non un parto della sua fantasia.
“Come stai? Ero qui dietro, ho ascoltato la tua conversazione con Sakurakoji. Non preoccuparti. Vedrai che capirà!” – cercò di consolarla.
“Sì, lo spero anch’io. Tuttavia sono felice perché ho messo in chiaro la questione una volta per tutte. Almeno ora non ho più colpe di cui rendere conto. Kuronuma aveva ragione. Dovevamo chiarirci!”
“Kuronuma?” – chiese Masumi interessato. Si domandava che ruolo avesse avuto il regista in quella faccenda.
“Sì, questo pomeriggio il regista mi ha suggerito di chiarirmi con Sakurakoji. Secondo lui, Sakurakoji aveva capito che ero… ero…” – Maya distolse lo sguardo imbarazzata. Riusciva a parlare in modo tanto tranquillo con il signor Hayami da non rendersi conto di star quasi per dichiarargli ancora i suoi sentimenti. Si era bloccata in tempo per evitare il rischio di metterlo in imbarazzo, ma l’uomo non sembrava aver colto il messaggio visto che insistette:
“… eri?”
“… ero coinvolta con un’altra persona!” – concluse Maya tutto d’un fiato.
“Ah!” – e sorrise con soddisfazione. Il suo virile istinto possessivo era stato sollecitato dall’implicita affermazione di Maya di essere coinvolta con lui. Tuttavia si chiese fino a che punto Kuronuma sapesse o pensasse di sapere. Si ripromise di incontrarlo: doveva scoprirlo.
“E a te, come stanno andando le prove invece?” – chiese l’uomo, cambiando repentinamente argomento.
“Direi abbastanza bene!” – stentava a seguire il filo del discorso del signor Hayami – “Il signor Kuronuma mi sembra abbastanza soddisfatto soprattutto dopo…” – ed ecco ancora un’interruzione. Le guance le si imporporarono. L’uomo continuava ad osservare incantato le sue reazioni. Com’era spontanea la sua ragazzina. Nella sua innocenza e sincerità non era in grado di tenergli nascosto nulla. Ancora si chiedeva come aveva fatto a non capir prima i suoi sentimenti. Con il senno di poi si rese conto che avrebbe potuto comprendere mesi addietro quei tenui segnali che inconsapevolmente gli lanciava.
“Dopo?” – lo doveva ammettere: Masumi adorava ancora stuzzicarla. Vederla in imbarazzo, con le gote arrossate, gli faceva venire in mente pensieri che ancora non era il momento di condividere con lei.
“Dopo la crociera!” – concluse Maya sorseggiando il suo tè nascosta dietro la tazza ad osservare le reazioni dell’uomo.
Il signor Hayami appariva rilassato e non aveva lo sguardo severo o sarcastico che gli era proprio. Quel giorno, come nella loro gita sull’Astoria, sembrava guardarla con dolcezza e tenerezza. Si chiedeva se si sarebbe mai abituata a quelle nuove sensazioni e a quella nuova realtà. Alla sua ammissione, vide le sue labbra piegarsi in un sorriso più ampio ed i suoi occhi, quei favolosi occhi che racchiudevano tutta la volta stellata, si unirono alle labbra.
“E lei… e lei come sta signor Hayami?”
Lo vide appoggiare il mento sul palmo della mano e guardarla con interesse.
“Sto bene, Maya. Finalmente sto bene!” – si interruppe per qualche secondo, osservandola, poi continuò – “Sei impegnata questo pomeriggio?”
Sempre tenendo gli occhi fissi sul suo volto, Maya scosse il capo: “No! Non ho impegni. Il signor Kuronuma ci ha dato il pomeriggio libero.”
“Che ne diresti di passare del tempo con questo affarista senza scrupoli?”
E come poteva dirgli di no, quando le rivolgeva quello sguardo tanto ammiccante?!
Annuì leggermente e continuando lo scherzo asserì:
“Giovane presidente Hayami, devo prendere le mie cose allo studio.”
“Non c’è problema. Tu avviati pure, ti aspetto fuori.”
La vide alzarsi svelta e precipitarsi in strada. Si alzò dal tavolino lasciando una generosa mancia al locale solo quando la vide entrare nella sala prove.
Fuori la temperatura si era leggermente abbassata. Decisamente l’inverno si stava avvicinando. Indossò l’impermeabile che aveva appeso al braccio e ne alzò il bavero. Era indeciso se accompagnarla in auto o fare una passeggiata a piedi, ma quando la vide uscire, dopo pochi minuti, senza un soprabito, con un sorriso a mezza bocca salì in auto, mise in moto e le si accostò.
“Ragazzina!” – l’apostrofò scherzosamente, mentre le apriva lo sportello dell’auto – “Non dovrebbe andare in giro vestita in modo tanto leggero. E’ novembre dopotutto, no?”
“Giovane presidente Hayami” – iniziò Maya proseguendo nel tono canzonatorio – “non si preoccupi! Sono in grado di badare a me stessa. E mi pareva che avessimo appurato che non fossi più una ragazzina!”
Maya si era accomodata sul morbido sedile dell’auto ed erano partiti, apparentemente senza meta.
“Ah già! L’avevamo appurato, vero?” – e con noncuranza, come a sottolineare le sue parole, le riprese la mano e gliela strinse.
Quella mano tanto calda, morbida, ma allo stesso tempo forte e tenace, le trasmise dei brividi lungo il braccio fino al collo accendendole di nuovo, come sempre, le guance. Si sarebbe mai abituata all’effetto che quell’uomo aveva su di lei? Come aveva fatto a confonderlo con l’indignazione?
A guardarlo, mentre guidava con indifferenza per le strade affollate di Tokyo, non sembrava preso da forti passioni. Solo gli occhi non avevano smesso di brillare da quando l’avevano incontrata. Con questi pensieri l’attrice si rilassò, appoggiandosi allo schienale del sedile ed abbandonando la sua mano in quella dell’uomo.
Masumi, che aveva atteso di vedere la sua reazione, pensò soddisfatto che Maya si stava abituando velocemente alla sua presenza.
Mentre guidava, la osservava di tanto in tanto volgendo lo sguardo dalla sua parte. Ancora gli sembrava impossibile averla tanto vicina, di fianco a sé. L’abitacolo dell’auto era saturo del suo dolce profumo, ma quello che più l’inquietava era che, probabilmente, se qualcun altro fosse salito non l’avrebbe neanche colto. Non l’aveva ancora abbracciata, eppure si sentiva addosso il suo calore e la sua essenza. Fece appello a tutto il suo autocontrollo, ma non resistette alla tentazione di intrecciare le dita con quelle di lei, in una stretta unione di mani.
Al semaforo rosso successivo, guardandola negli occhi e con calma lentezza, si portò la mano alle labbra depositando un leggero bacio su quella bianca pelle delicata. Ne assaporò brevemente il calore, per poi riabbassarla.
I loro occhi non si erano abbandonati un solo istante. Maya aveva avvertito il cambiamento nella stretta ed aveva atteso impaziente quel bacio tanto delicato quanto affamato: aveva visto il fuoco ardere negli occhi del signor Hayami e avrebbe voluto tuffarcisi.
Quando ripresero la marcia, la giovane tentò di allentare la tensione: “Dove stiamo andando?”
“Lo vedrai…” – era sempre stata tanto roca la sua voce? Ed erano sempre stati tanto luminosi i suoi occhi? Concluse che finché il suo cuore fosse stato in grado di battere, quell’uomo l’avrebbe sempre sconvolta nel profondo.
Dopo qualche minuto in cui teneva silenziosamente lo sguardo volto all’esterno con la mano pigramente unita a quella del signor Hayami, Maya si riscosse e, guardandolo con occhi gioiosi, esplose:
“Io so dove stiamo andando!”
“Ah sì? E come fai a saperlo?”
“Perché ci sono stata tante volte da quando me l’ha fatto scoprire!”
Ancora una volta si guardarono e Masumi ebbe la certezza che veramente Maya aveva intuito dove stessero andando.
 
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view post Posted on 7/12/2011, 21:25
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cramen

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Adoro questa favola, si perché mi sembra di leggere una romantica favola, come faró ad aspettare fino a venerdì ? Ci conto mi raccomando
 
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view post Posted on 8/12/2011, 00:26
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Sì ha ragione cramen, la tua è proprio una bellissima favola.
Complimenti per la descrizione dei personaggi e dei loro sentimenti!
 
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view post Posted on 8/12/2011, 18:46
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Concordo, questa parte è davvero una delizia! ::emoheart: ::emoheart:

Scrivi davvero molto bene, bravissima!

Adoro questo passaggio...

CITAZIONE (tenshina @ 7/12/2011, 14:16) 
Non l’aveva ancora abbracciata, eppure si sentiva addosso il suo calore e la sua essenza. Fece appello a tutto il suo autocontrollo, ma non resistette alla tentazione di intrecciare le dita con quelle di lei, in una stretta unione di mani.
Al semaforo rosso successivo, guardandola negli occhi e con calma lentezza, si portò la mano alle labbra depositando un leggero bacio su quella bianca pelle delicata. Ne assaporò brevemente il calore, per poi riabbassarla.
I loro occhi non si erano abbandonati un solo istante. Maya aveva avvertito il cambiamento nella stretta ed aveva atteso impaziente quel bacio tanto delicato quanto affamato: aveva visto il fuoco ardere negli occhi del signor Hayami e avrebbe voluto tuffarcisi.

... si sente tutto l'amore dei due!
 
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121 replies since 25/11/2011, 14:16   7663 views
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